Chi manca di un senso come crea-percepisce il suo mondo? [realtà9]

Cerchio Firenze 77, Il libro di Francois, Edizione Mediterranee, p. 224
Chi è cieco ha un suo mondo diverso, che poi, mediante le relazioni, cerca di costruire uguale a quello di coloro che vedono. Però, se fosse possibile considerare un non-vedente da solo, senza metterlo in relazione, in rapporto coi vedenti, costui penserebbe a una realtà completamente diversa.

Allo stesso modo un non-udente. Se improvvisamente aveste la facoltà di udire, per esempio, i vari treni d’onda che arrivano dallo spazio, le varie risonanze cosmiche, cambierebbe tutto.

Oppure se vi fosse ampliata la facoltà dell’olfatto, pensate quanto sarebbe diverso il mondo! Riuscire a sentire l’odore di una persona, di una pianta, di un animale, odore che magari persiste ancora in minima parte nell’ambiente, in una parte tanto minima che voi con la facoltà del vostro senso dell’olfatto non la cogliete, mentre un animale può percepirla; riuscire a fare questo, tanto da identificare chi è stato in quell’ambiente, anche a distanza di molto tempo cambierebbe veramente tutto.

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6 commenti su “Chi manca di un senso come crea-percepisce il suo mondo? [realtà9]”

  1. I sensi creano il reale. Un loro limite o un loro ampliarsi, determinano una percezione diversa del reale.
    Dovremmo farci una ragione sulla soggettività della nostra percezione e sviluppare più compassione.

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  2. Mi vengono in mente i ciechi o gli ipovedenti, conoscendoli si capisce come abbiano sviluppato una rappresentazione della realtà molto diversa rispetto a coloro che hanno anche la vista.
    Direi una percezione per certi versi più raffinata, che deriva dallo sviluppo di una maggiore recettività degli altri sensi, in particolare il tatto.
    Banalmente si potrebbe pensare che sia una vita più povera rispetto a quella dei “normo dotati”, invece non è così: la mancanza di quel senso li ha portati per necessità a percepire la realtà da altri punti di vista, rendendoli sensibili rispetto ad aspetti che a noi sfuggono.

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  3. Grazie.
    Ancora più chiaro come la realtà percepita sia tratta dall’indifferenziato, attraverso i sensi.
    Spesso, osservando il mio gatto, mi rendo conto che vede e sente cose a me precluse, avendo io dei sensi più limitati dei suoi.
    Quindi il suo mondo non è esattamente il mio.
    Aggiungerei che l’unicita’ dell’individuo/individualità si appoggia anche sull’unicità dei suoi sensi, la cui proiezione crea una realtà soggettiva.

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  4. Percepiamo con le caratteristiche fisiche che abbiamo. Grazie perché questo ci fa capire che lo stesso vale per il pensiero e le emozioni.
    Percepiamo come è reso possibile a noi.

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