Il caravanserraglio era un edificio deputato alla sosta delle carovane che attraversavano il deserto.
Oggi, molte vie di approccio all’unica Via, sembrano caravanserragli, opportunità di riposo, di rigenerazione, di formazione per persone che attraversano le fatiche della vita, non di rado deserti esistenziali.
monaco
In merito al ‘dovere’ di un monaco
Il commento di Elena a Tenzo Kyokun: il discernimento continuo [10]
“La comunità è un organismo unico che deve funzionare insieme”.
“Dobbiamo riversare tutte le nostre facoltà intellettuali e fisiche in ciò che facciamo.”
Mi domando la funzione e il valore del verbo “dovere”. Perché il verbo dovere?
La consapevolezza della nostra natura autentica
Il 6 di agosto di ogni anno tutte le confessioni cristiane celebrano l’episodio della trasfigurazione del loro fondatore: la ricorrenza è particolarmente cara al monachesimo cristiano. A fondo pagina i passi paralleli dei vangeli
Senza sgabello su cui appoggiare [vdm12]
La mente/identità appoggia sempre su qualcosa. La via spirituale è, frequentemente, un grande appoggio, sostegno, conforto.
L’archetipo del monaco che bussa in sé [vdm1]
[Via del monaco 1] Alcuni di noi sono chiamati a qualcosa di più della semplice ricerca spirituale, sono mossi da una inquietudine che ha radici profonde e che non si accontenta di quella pratica, di quel rito, di quella lettura o frequentazione.
La comunione del sentire tra monaci
Cosa rimane di un cammino di contemplazione e di formazione quando ha esaurito la sua funzione per un certo numero di persone?
Rimane il paradigma e le pratiche che ha sviluppato; rimane ciò che ha trasmesso ai singoli e all’insieme e che, sebbene sia affidato al vento, mai cade su un terreno casualmente.
L’adulto della Via, il monaco
Adulto della/nella Via è, a mio parere, colui/colei che realizza la sua esperienza incarnativa saldamente ancorato alla ricchezza formativa dell’esperire nel divenire, e altrettanto radicalmente è aderente alla consapevolezza e alla comprensione d’Essere uno e indivisibile dal Principio-che-tutto-è.
La Trasfigurazione del monaco: dall’imprinting all’ordinario dei giorni
Marco 9, 2-13
2 Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo, Giovanni e li condusse soli, in disparte, sopra un alto monte. E fu trasfigurato in loro presenza; 3 le sue vesti divennero sfolgoranti, candidissime, di un tal candore che nessun lavandaio sulla terra può dare.
L’illusione di avere molte vie tra le quali scegliere
Giovanni 6,66-69
66 Da allora molti dei suoi discepoli si tirarono indietro e non andavano più con lui.
67 Perciò Gesù disse ai dodici: «Non volete andarvene anche voi?» 68 Simon Pietro gli rispose: «Signore, da chi andremmo noi? Tu hai parole di vita eterna; 69 e noi abbiamo creduto e abbiamo conosciuto che tu sei il Santo di Dio».
La “cella esistenziale” del monaco, la sua fragilità, la sua forza
La custodia della cella
Per l’autentico contemplativo la cella è la sede della salvezza, la base della quiete interiore, il luogo di un’alta contemplazione, una dimora celeste, un giardino profumato, una possibilità di traboccanti consolazioni, anzi un paradiso di delizie sulla terra.