È un tema questo che mi insegue da un trentennio, la rigidità di funzione tra l’azione del maestro e la reazione del discepolo: pare non si possa uscire da questa cristallizzazione ma essa paralizza il flusso vibratorio e creativo.
maestro
La vita ci mette il necessario sotto gli occhi [sentiero15]
Imparare per me ha corrisposto a uno stemperarsi delle emozioni che, spesso, nella fase di definizione dell’identità, sono state sovrastanti. E il processo è stato ripetere e ripetere, sperimentare e sperimentare, osservare e osservare, sentire e sentire. Però il momento in cui si impara sembra quasi invisibile.
La fede o l’esperienza della natura autentica?
La conseguenza logica è che la liberazione non è lo sradicamento delle impurità mentale […] ma la fede nel fatto che si è illuminati fin dall’inizio, ovvero l’insight della propria vera natura.
L’accoglienza interrogante, la relazione maestro discepolo
Le parole dette ieri da Roberto in “Via del Monaco” mi sono parse davvero fondamentali sotto diversi aspetti. Ho ripreso, tagliato e riportato qui un parte di quelle parole, evidenziando in grassetto alcuni nodi essenziali sui quali “sostare”, riflettere e interiorizzare.
Il ‘riconoscimento’ nel rapporto discepolo/maestro
Le identità, per loro natura, vogliono essere riconosciute nella loro alterità: a una identità non interessa sentirsi fusa a un’altra, se non per l’esperienza in sé, per la novità e per quello che può provare. La fusione la minaccia e la annulla, di conseguenza non la brama, ma, alla lunga, la teme.
Proiettiamo quel che siamo: il nostro circo personale, purtroppo
Ieri sera ho guardato il festival di Sanremo.
Mi sono piaciuti i quattro giovani finalisti e anche io avrei scelto come vincitore quello poi nominato. Ho tenuto duro fino alle 11, poi ho abbandonato.
Maestro e discepolo: la relatività dei ruoli e la centralità del processo dell’apprendere
È naturale che “maestro” e “discepolo” corrispondono a due logiche incarnative diverse, mi verrebbe da dire, rispettivamente, alla logica del dare consapevole il primo e a quella del ricevere più o meno consapevole il secondo.
L’officina esistenziale maestro-discepolo
Dice Leonardo commentando il post Il maestro non “incendia” il cuore del discepolo: Ma mi chiedo qual è l’azione del discepolo sul maestro? C’è? Esiste? Ha senso parlarne?
Il maestro non “incendia” il cuore del discepolo
Dice Enzo Bianchi nel tweet del 23.1: Vero insegnante e buon maestro non è colui che insegna tante cose, ma colui che sa mettere fuoco nel cuore del discepolo, colui che fa nascere domande senza offrire risposte già fatte, colui che trasmette amore per la ricerca!