1- Gli ipocriti: coloro che usano e abusano quotidianamente del lavoro degli immigrati che mandano avanti i loro campi, le loro fonderie, che badano i loro vecchi ma che non li vogliono tra i piedi: usano e abusano dei lavoratori sottopagati e senza diritti, non ne possono fare a meno, ma non li vogliono vedere, li ammassano in lager di plastica, di cartone e di lamiere e si voltano da un’altra parte.
ignoranza
L’identità, l’opposizione, il pane duro, il non voler vedere
Un simbolo del pane duro:
Salmo 3
2 Jhwh, quanto numerosi sono i miei oppressori!
Numerosi sono coloro che insorgono contro di me!
3 Numerosi sono coloro che dicono di me:
Nessuna salvezza può avere da Dio!
4 Ma Tu, Jhwh, mi sei scudo all’intorno,
Le fondamenta della vita interiore e di quella spirituale
La presunzione di avere una vita interiore e spirituale rimane nascosta agli occhi di molti di noi.
Cosa ci rende persone della via interiore? Le idee che professiamo?
Cosa ci qualifica come interni alla via spirituale? Una meditazione ogni tanto?
Vediamo la presunzione negli altri, ma in noi ci rimane difficile: finché non la vedremo, non comprenderemo nemmeno quanto lunga sia la strada che dobbiamo percorrere per affacciarci sulla Realtà.
L’ignoranza ci ottunde lo sguardo: coniugata con la preclusione e il pregiudizio, ci acceca.
Lo smarrimento interiore e il bisogno di un nemico
Personaggi improponibili gridano sollevando ansie e paure in persone già smarrite e disorientate dalla pressione di una crisi troppo lunga e paralizzante.
E’ già successo: parecchio tempo fa, il movimento di popolo guidato da un tragico ometto soffiava sullo stesso fuoco.
Nell’assenza di conoscenza e consapevolezza, nell’ignoranza di sé, nel disorientamento esistenziale l’ansia e la paura delle persone crescono e hanno bisogno di appigli, di un credo, e di un nemico, di un colpevole, di un bersaglio su cui scaricare la propria frustrazione.
Smarrimento – vittimismo – invenzione del colpevole: il processo-madre che ha generato tragedie lungo tutto il tempo.
La mancanza di coerenza
Chiede Nadia in Domande e Risposte: “Perché l’umano si contraddice? Perché dice una cosa e ne fa un’altra?”
Perché quello che dice non è che una delle rappresentazioni di una delle spinte interiori che avverte.
Quante sono le spinte interiori di una persona e quante le possibili rappresentazioni per ciascuna spinta?
Prenderei in considerazione le spinte proprie di almeno tre ambiti:
– le spinte che provengono dal sentire, quelle con caratteristiche esistenziali che portano la necessità di fare esperienze e di estrarre dati da esse;
– le spinte che vengono dalle convinzioni, ovvero dagli archetipi transitori cui si aderisce;
Ignoranza ed illusione
Dice Samuele, con la lucidità che gli è propria: “Il rifugio nella mente rappresenta a volte un vero e proprio anestetico. Rapisce i sensi e ti conduce in una zona franca, anestetizzando la vita”.
Fatti di mente, volgarizzeremmo noi. E’ il gioco comune, feriale, quotidiano di tanti di noi, della gran parte degli umani che vive la vita attraverso il filtro irreale di quello che crede, di quello cui aderisce, di quello che desidera.
Costruiamo fotogrammi di un film fantastico basato sulle nostre proiezioni, giudizi, desideri e legando fotogramma a fotogramma lo facciamo scorrere, lo rendiamo coerente ed infine dichiariamo che è noi, la nostra vita, la realtà.
Niente di tutto questo è reale, ma a noi lo sembra e questo ci basta.
L’altro? E’ come lo vedo io. Quel fatto? E’ come me lo racconto. Se non fosse tragico per le conseguenze che produce, sarebbe ridicolo.
L’esposizione dei corpi
Corpi di uomini e donne esposti senza sosta per gli scopi e con le finalità più varie.
Il corpo del frate di Pietralcina transita tra una folla emozionata e devota che ha bisogno di vedere e di toccare.
Un corpo esposto per narrare di una vita, secondo loro, modello di misericordia; usato senza pudore alcuno come oggetto di devozione, strumento di un fine.
Un corpo è una storia, l’anello più denso di molti processi esistenziali: quando la persona trapassa e la coscienza abbandona il suo veicolo fisico, la consapevolezza del trapassato si apre sulla rivisitazione della vita vissuta, sul compreso, il non compreso, le cadute e le eventuali grandezze.
In quel processo, il trapassato non dà più alcun valore al corpo che è stato un vestito dismesso senza rimpianto.
Intelligenza e coscienza
[…] Una AI (Intelligenza Artificiale) sviluppata in Giappone si è mostrata capace di superare i test universitari del paese, migliorando un risultato simile ottenuto in USA qualche mese fa. Al contempo, Mark Zuckerberg di Facebook fa sapere che entro dieci anni vogliono pareggiare il cervello umano in diversi aspetti.[…] Fonte
Bene, questo ci dice che la nostra così umana intelligenza non è nulla di speciale e che le macchine potranno collaborare ad integrare le nostre capacità cognitive.
Parigi: il cammino di Caino e di Abele
Dice un’amica: “ Ieri sera, vedendo quelle immagini di Parigi, il mio pensiero è andato ai “carnefici” a chi erano e al fatto che pur di dare la morte sono andati incontro alla loro morte; in quale ambiente sono cresciuti e condizionati, chi e cosa li ha convinti ad agire così, erano tutti giovani..”.
Il mito pone il gesto di sopraffazione di Caino su suo fratello Abele, all’inizio della storia dell’umanità a ricordarci che il gesto dell’uccidere non è un accidente, ma un passo di un lungo cammino.