Quello che insegniamo qui

Non tanto a vivere spiragli di libertà, quanto a costruire le fondamenta della libertà.
Che cos’è la libertà? Vivere senza il condizionamento dell’identità, potendo sperimentarla quale semplice espressione della coscienza.

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Proteggere il proprio cammino

Non dall’altro, non c’è pericolo che giunga da quel fronte: dalla nostra incapacità di gestire la routine.
Giorno dopo giorno tutto si svuota di senso e la mente affamata cerca stimoli nuovi o si deprime e si accuccia in sé.
Non sapendo riconoscere il suo gioco, le andiamo dietro e invece di guardare più in profondità nel presente che abbiamo, cerchiamo un altro presente che, senza dubbio, appagherà maggiormente la mente.

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La perdita di senso nella via spirituale

Diverse amiche di questo sentiero dichiarano di vivere un periodo di svuotamento interiore: una perdita di interesse per ogni aspetto della loro esistenza.
Un percorso esistenziale e spirituale che dura nel tempo e che conduce ad una osservazione continua e profonda di sé, che ci toglie dal ruolo di vittime e ci impedisce di puntare il dito sull’altro, colpevole sempre di tutti i nostri mali, svela le fasi della vita, il ritmo di fondo dei nostri giorni e del nostro cammino esistenziale.

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La direzione verso cui stiamo andando

Cerco di osservare dove vado, dove stiamo andando. Ogni volta che stiamo insieme, in un gruppo, in un individuale, percorriamo passi di un cammino comune, che conduce dove?
La prima osservazione che mi viene da fare è che andiamo lontano da ciò che è tracciato e conosciuto, lontano dal modo ordinario di vedere le cose, verso quel “guardare la pianta dalla parte delle radici” cui spesso faccio riferimento.

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Quello che è rimasto indietro

Spero non sia sfuggito all’attenzione del lettore il post di ieri.
Il rischio, forse il pericolo, che corriamo noi tutti ricercatori dell’interiore nel percorrere con determinazione la via dell’unificazione, è quello di conseguire frammenti di unità e su quelli insistere e sperimentare per ampliarli, non riservando cura e attenzio-ne sufficienti a quelle parti del nostro essere che sono rimaste indietro.

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Osservarsi e nient’altro

“Non c’è bisogno di stare continuamente ad analizzarsi sul perchè e sul percome fate le cose. Cercate semplicemente di fare quello che dicono i maestri orientali ed occidentali, cioè di stare costantemente attenti a voi stessi. Fate attenzione a quello che fate e a quello che dite. Non c’è neanche bisogno di scervellarvi tanto sul perchè fate o dite, ma state attenti.

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Posso sbagliare nelle scelte?

Scrivo queste righe pensando a quei genitori che spesso sono in ansia per i loro figli e per le difficoltà che questi incontrano. Spesso il genitore deve scegliere anche per i figli, quando questi sono persi nella loro indefinitezza e incapacità di orientarsi e prendere decisioni: allora il genitore è tenuto ad intervenire ma questo gli provoca non pochi conflitti e sofferenza interiori e il dubbio, veramente duro da reggere, di stare conducendo il figlio verso la strada sbagliata.

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So che mi aiuterai

Tutte le volte che il mio sguardo non è attento all’accadere e a quello che viene richiesto in quel momento.
Tutte le volte che vivo un fatto e dentro di me c’è quel sottile pensiero che insinua: “Lo so già..”
Tutte le volte che non mi fermo, non do tempo all’altro di dichiararsi e proporsi.

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