Maschile e femminile: ruolo, differenze, integrazione

d-30x30Maschile e femminile. Dizionario del

La dicotomia maschio/femmina ha un ruolo centrale nell’evoluzione della nostra razza, e non soltanto dal punto di vista sessuale: col passare dei secoli, dei millenni, si è vista diventare sempre più predominante la figura maschile rispetto a quella femminile, vuoi perché il maschio generalmente aveva un’evidente costituzione fisica più robusta che gli permetteva di essere il procacciatore del cibo e il «guardiano» della famiglia, vuoi perché la donna, meno forte fisicamente, era per lunghi mesi debilitata dalla sua funzione di generatrice di nuovi esseri umani.
Attualmente, le cose stanno gradatamente cambiando, il maschio sta riscoprendo la propria parte femminile e, a sua volta, la donna sta facendo sue diverse caratteristiche che prima erano appannaggio del solo maschio. Il rischio – dicono le Guide – è che si finisca semplicemente con l’invertire le parti, con le donne a dominare e gli uomini a essere dominati, mentre le cose stanno diversamente: maschio e femmina si equivalgono come potenzialità, e si completano come funzionalità, dal momento che, non dimentichiamocelo, ognuno di noi nelle sue varie incarnazioni è stato talvolta maschio e talaltra femmine, e le esperienze vissute in entrambi i tipi di corpi hanno certamente lasciato delle tracce importanti nella nostra coscienza.

Messaggio esemplificativo (1)

Incominceremo brevemente analizzando soltanto un piccolo aspetto che sta a cuore a molte donne in questo momento e cioè cos’è che costituisce la differenza tra il maschio e la femmina, soprattutto dal punto di vista sociale.
Ora, che esistano delle differenze fisiche, fisiologiche e biologiche è indubbio e nessuno può contestare questo fatto. Che esistano delle differenze «spirituali» legate più che altro ad un diverso tipo di sensibilità, questo potrebbe anche essere vero (badate bene, ho detto «potrebbe»), ma che esista una superiorità maschile rispetto alla femmina, questo non è assolutamente vero e fa parte senza dubbio di quella «stupidità» umana, di cui vogliamo parlare.
Un uomo adultero, ad esempio, un uomo infedele pur avendo giurato alla compagna fedeltà, nella maggior parte dei casi viene ampiamente giustificato; e non solo viene ampiamente giustificato, ma a volte addirittura la colpa viene data alla sua compagna, la quale non è stata in grado di «tenersi» il proprio uomo. Una donna adultera – nella migliore delle ipotesi – viene considerata una donna «poco seria».
Un padre che culla il proprio piccolo, che gli cambia anche i «patelli», che lo imbocca e gli dà il biberon è un padre eccezionale e additato da tutti quale esempio di «evoluzione». Una donna che compie tutto questo (e ricordate che sono migliaia di anni che la donna compie tutto questo) non fa altro, a detta di molti, che adempiere al proprio dovere e a quella che è la sua funzione biologica. Ma la sua funzione biologica è quella di partorire i figli e non sarebbe obbligata, in teoria, a tirarli su, sacrificando magari in alcune occasioni, se stessa, i propri bisogni e i propri desideri!
Un uomo, un maschio che dice la più assurda «stupidaggine» di questo mondo, viene tenuto in considerazione; una donna, una femmina, che dice la cosa più saggia che qualcuno abbia mai detto, solo per il fatto di essere una donna, è capace d’essere derisa… e se questa non è stupidità, ditemi voi come la possiamo chiamare!
«D’accordo, – voi potrete dire – ma migliaia di anni di condizionamento, di educazione, migliaia di anni di vita di questo tipo hanno portato l’uomo a considerarsi sotto certi punti di vista superiore alla donna.»
Tutto questo poteva essere vero fino a quando il livello evolutivo delle persone era ancora basso e non credete che le cose che ho appena detto facciano parte di un remoto passato perché, purtroppo, le possiamo incontrare ancora ai giorni nostri e magari anche in ambienti come questo, di persone, cioè, che si dedicano alla spiritualità.
Ma persone che hanno raggiunto un certo grado evolutivo (e voi stessi lo potete accertare in modo chiaro data la sensibilità per certe cose, per la natura, ad esempio, la musica o l’arte) perché continuano intimamente a fare questa distinzione tra maschio e femmina? Io direi (e non esito a dirlo) che questa non può essere altro che stupidità! È ovvio, quindi, a questo punto, che qualcosa non procede per il giusto verso e che; se ancora esistono queste differenze, queste «preferenze» potremmo anche chiamarle, è perché l’individuo ha ancora qualcosa da comprendere; tanto più che oggi è opinione comune che certe differenze «sociali» tra maschio e femmina siano frutto di anni e anni di condizionamento.

L’amore e il destino del sesso e dell’affetto

Commentando il post Amare non è possedere, Elena afferma: Ciò che mi fa riflettere è quando si divide il concetto di amore per il partner e l’idea di “fare solo sesso” con un altro che non sia il partner e che “non conta nulla”. Ma di chi stiamo parlando? Se ritengo di poter amare senza condizioni e con dedizione il mio partner, amo anche quando ritengo di fare solo sesso con un altro, altrimenti in nessuno dei due casi sono in amore. La differenza è che quando sono in coppia scelgo di sperimentarmi nel quotidiano. A mio modo di vedere, nell’espressione stessa del pensiero iniziale è racchiuso il concetto del possesso.
L’affermazione riportata all’inizio del post citato era riferita ad una persona che sta armeggiando con una materia di grande complessità.

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Sesso, abitudini, comprensioni

Dice la nostra amica in merito alla discussione sul sesso: Ogni istinto, compreso quello sessuale, se lo ascolto è un languore in una zona del corpo. E se non lo alimento con fantasie a volte è solo una piccola tensione. A volte invece è un energia che nasce già molto intensa. Come si trasformano queste energie? La trasformazione, è un processo che avviene dopo aver sperimentato ancora e ancora la presenza di questi impulsi?
Mettiamo un punto fermo: ognuno ha quel che gli serve.
Gli serve a cosa? A fare esperienza, a divenire consapevole e, infine, a comprendere.

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