La differenza fra vivere da svegli e da intontiti [Antai-ji19]

Kōshō Uchiyama rōshiDiscorso d’addio ad Antai-ji.
A proposito, devo dire che osservando uno per uno i miei discepoli,  mi rendo conto che sono tutti più risoluti di me, davvero. Non si può dire fino a che punto io fossi debole e inaffidabile quando, divenuto monaco, all’inizio sono andato al tempio Daichū-ji.

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Non si può produrre più alcun male [Antai-ji18]

Kōshō Uchiyama rōshiDiscorso d’addio ad Antai-ji.
Riguardo allo zazen, davvero un minuto seduto, un minuto Buddha, per cui anche sedere un minuto, è cosa ottima. Non c’è assolutamente una misura da raggiungere altrimenti non ci siamo.

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Bisogna sedere tacendo perlomeno dieci anni [Antai-ji17]

Kōshō Uchiyama rōshiDiscorso d’addio ad Antai-ji.
Dello zazen si dice: “Un minuto seduto, un minuto Buddha”, ma capirlo come volesse dire che se siedi per un po’, sei un po’ Buddha è eccentrico. Un po’ Buddha non va bene. Non è così. Non è sbagliato dire “un minuto seduto, un minuto Buddha”: è la base per sviluppare l’intenzione di sedere tanto e bene.

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Il voto: nutrimento quotidiano della Via [Antai-ji14]

Kōshō Uchiyama rōshiDiscorso d’addio ad Antai-ji.
A proposito del voto, c’è un breve testo che a mio parere  lo esprime in forma pura e concreta: è il paragrafo su Bodhidharma del fascicolo Gyōji (La pratica continua) dello Shōbōgenzō . Quando il mio discepolo Kōshi san è partito per l’America gli ho raccomandato di recitare quel brano ogni giorno, come fosse una preghiera.

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