Il Cristo secondo il Cerchio Firenze 77/54: precisazioni sul Cristo

Avete poi parlato del Cristo e niente di nuovo, a quello che già abbiamo detto, possiamo aggiungere. E cioè confermare, come è facile capire, che la figura del Cristo è giunta a voi avvolta da una atmosfera di leggenda; che tutto quanto attornia questa figura è stato idealizzato.

Non possiamo che confermare che vi è stato un errore nella computazione degli anni che sono trascorsi dalla sua nascita a oggi. Che il Cristo, il Figlio di Dio nel senso che voi sapete, ha cominciato la sua missione subentrando all’uomo Gesù*. Che la sua predicazione cominciò qualche tempo prima della sua morte; che prima di allora non era ancora il momento di questa predicazione e che, prima di allora, era l’uomo Gesù che preparava i veicoli al Maestro che doveva subentrare per predicare e per insegnare agli uomini. È verissimo che il Cristo ha compiuto dei viaggi e che era conosciuto in India per la sua dolcezza, per la sua saggezza, per la sua levatura spirituale e soprattutto per il suo predicare, anche allora, la non importanza delle caste. Dali, 24 Gennaio 1960

*La Divinità che scende in Gesù

Immaginate di dover disegnare un sole con tanti raggi. Adesso ai raggi sostituite degli alberi a un sol tronco, ma con diversi rami. Il sole simbolizza la Divinità, i tronchi le individualità degli esseri che confluiscono nella Divinità; i rami le personalità rivestite nelle varie incarnazioni.

Adesso prendiamo in esame la individualità che vi interessa, quella che dagli occultisti è denominata “Signore del mondo”. La denominazione deriva dal fatto che quella individualità ha una duplice particolarità: la prima è quella di avere certe sue incarnazioni in personalità (rami) collocate in periodi e luoghi chiave per la evoluzione spirituale delle razze umane. La seconda particolarità, senza della quale la prima sarebbe fine a se stessa, è che queste personalità, a tratti, nella vita terrena, diventano canali della Divinità.

E ciò non perché si tratti di personalità tanto evolute da essere in contatto con la Divinità nel senso più alto (altrimenti dovrebbe trattarsi di un essere ormai svincolato dalla ruota delle nascite e delle morti) ma perché la Divinità (il sole centrale, attraverso il tronco) a tratti giunge alla personalità (ramo) e da lì parla agli uomini. Nelle altre  individualità ciò non avviene. Gli esseri che hanno raggiunto alte vette evolutive sono già svincolati dalla ruota delle nascite e delle morti.

L’altezza evolutiva che esprime Gesù quando è Cristo, cioè quando in lui parla la Divinità, non è l’altezza evolutiva dell’uomo Gesù, ma è l’altezza della Divinità che scende nell’uomo. Se fosse diversamente da così, Gesù sarebbe sempre Cristo, cioè sarebbe sempre stato la Divinità, mentre così non è avvenuto: gli stessi cattolici studiosi di teologia, riconoscono che non sempre Gesù era onnisciente. Nei Vangeli si legge che Gesù non conosceva il giorno e l’ora del giudizio finale.

Ripeto: l’individualità “Signore del Mondo” ha tutte le fasi evolutive come ogni altra individualità; le diverse incarnazioni con personalità diverse. La particolarità sta nel fatto che queste personalità sono collocate in punti strategici della evoluzione spirituale umana e nel fatto che queste personalità  a tratti divengono canali della Divinità e ciò non per evoluzione raggiunta (poiché in tal caso non sarebbero più personalità umane, incarnate), ma perché la divinità con quel mezzo, dall’esterno, si propone all’uomo affinché l’uomo la trovi nell’intimo suo. Dali, 7 Febbraio 1977 (ricevuta in scrittura diretta)

Fonte: raccolta di brani sul Cristo del Cerchio Firenze 77 | Tutti i post del ciclo

Print Friendly, PDF & Email

1 commento su “Il Cristo secondo il Cerchio Firenze 77/54: precisazioni sul Cristo”

Lascia un commento