51. Osservare senza fine. L’osservazione, mentre avviene, comporta anche una inevitabile comparazione tra il sentire osservato e i dettami della vibrazione prima, tra il compreso relativo e il compreso assoluto. In quella morsa possiamo provare un dolore per il limite, ma possiamo imparare anche a gestirlo senza lasciarci sopraffare. Allora l’ascolto è contemplazione ma è anche attiva trasformazione. [4.2.25]
La tensione che attraversa lo zen relativamente alla pratica (zen3)
Capitolo conclusivo (parte prima) del MANUALE DI MEDITAZIONE ZEN, di Carl Bielefeldt. Berkeley e Los Angeles: University of California Press, 1989. Pp. 259.
Inmo, Dōgen: il Ciò-che-È base dell’esistere 3
Fonte: Eihei Dogen, Inmo, Proprio così, traduzione dall’originale giapponese di Jiso Forzani.
Quando il curatore lo ritiene necessario, vengono anche utilizzati frammenti della traduzione di Aldo Tollini così come compaiono nel suo Buddha e natura di Buddha nello Shobogenzo, Ubaldini editore. Dalla redazione del Tollini viene preso anche un brano dell’introduzione e la suddivisione in paragrafi che in Forzani non compaiono.
L’abbandono incondizionato all’Essere è l’ultima sfida
Manifestazioni che sono comuni nel mondo, come la preoccupazione per una persona cara o per i propri personali “errori” commessi nel tempo, nel contemplativo assumono un’altra valenza, sono il segno di uno stato e indicano una strada.
Il Cristo del Cerchio Firenze 77/94: duplice manifestazione
Ebbene, meditate sull’epoca del Cristo. Il significato del sacrificio del Cristo sta nel “sentire” certi fotogrammi, nel vivere certi fotogrammi umani, Lui, alla massima evoluzione.
La realtà percepita e la materia divina indifferenziata [CF77-Fr27]
[Sommario AI] L’esistenza di ciò che percepiamo è condizionata dalla nostra percezione limitata; ciò che non è percepito non esiste.
La realtà assoluta è indifferenziata; i mondi percepiti sono frutto delle limitazioni percettive degli esseri.
Dōgen, Busshō: commento di Jiso Forzani a Busshō 5 [busshō5.1]
La grande madre natura che ci sostiene e ci fa vivere, non è un’entità astratta, ma è edificata dal concorso di tutte le cose. Nella creazione che avviene di istante in istante, l’opera di creazione e la cosa creata non sono separabili: non c’è l’una senza l’altra e viceversa.
Via della conoscenza: mente e problemi 3
[Sommario IA] Il termine “problema” è una costruzione mentale, non una realtà oggettiva; etichettare gli eventi come “problemi” deriva dalle nostre pretese e dal focalizzarci sul nostro “io”.
“Risolvere problemi” è un automatismo verbale che maschera la mancanza di problemi veri e propri, ma solo pretese personali.
Manuale di meditazione zen, di Carl Bielefeldt, recensione2 (zen2)
[Sommario IA] Bielefeldt evidenzia la continuità tra Ch’an classico e Dōgen riguardo all’unità di pratica e illuminazione, ma sottolinea una maggiore enfasi in Dōgen sull’aspetto rituale ed etico della pratica illuminata.
Bielefeldt interpreta il “non pensare” di Dōgen come tecnica meditativa, un’interpretazione considerata limitante dall’autore della recensione, che critica l’approccio di Bielefeldt come eccessivamente storico e metodologicamente ristretto.
Inmo, Dōgen: la realtà così com’è (Ciò-che-È, quiddità, talità) 1-2
Fonte: Eihei Dogen, Inmo, Proprio così, traduzione dall’originale giapponese di Jiso Forzani.
Quando il curatore lo ritiene necessario, vengono anche utilizzati frammenti della traduzione di Aldo Tollini così come compaiono nel suo Buddha e natura di Buddha nello Shobogenzo, Ubaldini editore. Dalla redazione del Tollini viene preso anche un brano dell’introduzione e la suddivisione in paragrafi che in Forzani non compaiono.