Una responsabilità prioritaria: non alimentare l’inimicizia

Questo tempo è attraversato da correnti di inimicizia molto forti, molto pervasive e che intessono gli animi e le relazioni.
Non descriverò qui i mille volti di questa inimicizia, sono più che evidenti anche agli occhi dei meno accorti.
Voglio invece parlare della responsabilità di chi ha compreso l’importanza e la delicatezza di questo tempo di transizione per le coscienze.
Mi risulta incomprensibile e non accettabile l’atteggiamento di quanti si voltano schifati di fronte all’essere attuale del mondo: non comprendo la presunzione che sostiene quella avversione, non condivido il tirarsene fuori, la critica di chi non si misura con i processi.

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Non è l’odio dell’altro il problema

Mai ricordiamo a sufficienza che nulla accade senza una ragione.
Come può una sola persona, in pochi minuti, porre fine a così tante vite e non indurci a ponderare attentamente il simbolo che ci porge?
Non avendo cognizione della legge del karma, brancoliamo nel buio: ciò che non hai compreso si presenta e ripresenta, finché non comprendi, questo è il processo di apprendimento regolato dalla legge del karma.
L’odio dell’altro bussa nella nostra esistenza e porta un messaggio, quale?

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La paura del giorno che viene

Ad ogni latitudine ed infine e ancora, sotto casa, a Nizza.
Il giorno e la notte si inseguono e noi non sappiamo che cosa accadrà a noi e ai nostri figli, alle persone vicine e a quelle sperdute in qualche villaggio senza un nome riconoscibile.
Poco ci occupiamo di queste ultime, molto dei vicini, dei prossimi: non è una colpa, è un fatto.
L’umano reagisce quando qualcosa lo impatta negli attaccamenti, nelle cose e nelle persone che sono dentro il suo recinto: Nizza è dentro il nostro recinto e sentiamo la lezione.

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