La domesticazione dell’ignoranza e la chiamata interiore

Ho rivisto Nell dopo molti anni e, come la prima volta, mi ha profondamente colpito.
Il perché è semplice, parla del tentativo di domesticare la condizione originaria.
La gran parte di noi vogliono essere domesticati, vogliono lavorare nel circo, indossare i lustrini e bere l’aperitivo.

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I limiti della percezione affettiva ed emozionale

A., commentando il post L’uomo di oggi, ieri è stato animale, vegetale, minerale, dice:
“Chiaro, ma le evoluzioni continue a tutti I livelli dove arriveranno? Qual è lo scopo ultimo e si arriverà mai ad un traguardo? Come N. anche io faccio difficoltà con questi concetti.”
Passando i commenti per la mia moderazione, ho deciso di non pubblicarlo ma di discuterlo qui: il tema è proprio uno di quelli basici e A. dovrebbe conoscerlo; considerando che è arrivata da poco, può darsi che abbia perso alcuni passaggi fondamentali, che non abbia letto e meditato alcuni post che di questo parlavano, miei o del CI.

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Possiamo recare danno ai nostri figli?

Commenta Maria al post Amare non è dire si, non è soccorrere, non necessariamenteMi Chiedo quali siano i risvolti di tutto ciò in ambito educativo: come posso non influenzare con il mio comportamento un piccolo? È rassicurante pensare che comunque tutto serve alla sua evoluzione, ma ciò non deve frenare la spinta a migliorare dei comportamenti che avvertiamo inadeguati.
Due livelli di interpretazione sono possibili:
– un figlio è sempre nella famiglia che gli è necessaria e nella relazione che gli è funzionale;

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Il perdersi e la natura della preghiera non duale

Prendo lo spunto da alcuni commenti al post Il dolore, la sua ragione, la funzione della preghiera per approfondire alcuni aspetti inerenti l’esperienza del pregare.
Premetto che, secondo la mia comprensione, esistono almeno due filoni d’esperienza distinti nella pratica della preghiera:
– la pratica che avviene nell’ambito duale, in una relazione dove esiste un io che interloquisce con un Tu considerato altro-da sé, il totalmente-altro;
– la pratica interna alla dimensione unitaria d’Essere, dove non c’è interlocuzione tra due soggetti ma confidenza, intimità, relazione interna ad un Unico Essere.

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Libertà dai condizionamenti

d-30x30Libertà dal condizionamento. Dizionario del

La vera libertà – ci insegnano le Guide – esiste soltanto all’interno dell’individuo, nel suo modo di vivere le esperienze, nella sua possibilità di esprimere il sentire raggiunto.
L’uomo veramente libero – aggiungono – non è quello che si sente libero di fare tutto ciò che vuole ma è quello che mette confini alla propria libertà di azione consapevolmente, per agire in accordo con il suo sentire e perché non accada che la sua libertà possa essere di danno ad un’altra creatura.

Messaggio esemplificativo (1)

Ogni essere umano, figli, allorché si trova immerso nella materia che deve sperimentare per portare avanti la propria evoluzione ha, tra i vari temi che lo spingono, la ricerca della libertà. Come tutti gli aspetti che riguardano l’individuo, anche la ricerca della libertà può essere osservata da vari punti di vista. Forse il modo migliore per comprendere questo anelito verso la libertà che un individuo possiede è quello di cercare per prima cosa di esaminare quale sia questa libertà. Moti

Eh già, creature, cos’è la libertà per voi? Io sono sicuro che se dovessi parlare singolarmente con ognuno di voi, nessuno di voi avrebbe le idee chiare in proposito. È facile, è semplice, è utile, fa colpo dire: «Sono alla ricerca della libertà» ma quale libertà? Se voi riusciste ad essere un attimo sinceri con voi stessi – e magari anche un po’ più di un attimo – e osservaste questa vostra ricerca della libertà nella vostra vita quotidiana, di tutti i giorni, vi accorgereste che la libertà che andate cercando è ben poca cosa. Osservatevi un attimo, pensate a voi stessi; pensate a voi stessi in una situazione in cui avete detto: «Io ho bisogno di essere libero, cerco di essere libero, devo essere libero» e, alla fin fine, dopo esservi osservati, esaminate quello che intendevate dire e vi renderete conto che il vostro voler essere liberi significava, quasi sempre, essere liberi da responsabilità, essere liberi di fare ciò che più vi aggrada, senza dover pensare se ciò che fate può disturbare gli altri, essere liberi insomma di comportarvi come più appaga il vostro Io. Lo so che può essere demoralizzante questo discorso, però rientra nella logica dell’evoluzione. Senza dubbio voi avete tutti, uno per uno, la spinta verso qualche cosa e questo senso di ricerca della libertà è più che altro un’espressione della vostra insoddisfazione interiore, che poi voi ricoprite di parole che, come sempre, sono limitative. Ricercare la vera libertà è qualche cosa di diverso, qualcosa che non può essere legato ai bisogni dell’Io, perché i bisogni dell’Io sono dei condizionamenti; sono dei condizionamenti che rispondono ai condizionamenti che vi vengono posti dall’esterno, ma rispondono anche – più che altro – ai condizionamenti che vi ponete voi stessi in quanto sono legati alle cose che non avete ancora compreso; e, poiché non avete ancora compreso, influenzano il vostro modo di comportarvi, danno un aspetto al vostro Io e alle sue reazioni, fanno sì da indirizzarvi verso le esperienze che vi mostreranno poi dove, quando, come e perché sbagliate. Siete d’accordo su questo?
E allora, dove può essere la libertà? Può essere «libertà», come è diventato di moda negli anni scorsi, lasciare… che so io… la famiglia, il proprio ambiente lavorativo, il proprio paese, e andare a cercare libertà in terre lontane? Ma la libertà e la verità, se esistono, sono vicine; non è necessario andare a cercarle lontano, altrimenti sarebbe sempre un continuo spostarsi da un paese all’altro e diventerebbe una gimcana senza senso in cui tutti voi vi perdereste in continuazione. Se fosse così, bisognerebbe davvero pensare a un Dio capriccioso – e anche abbastanza indisponente – che si diverte a mettere la possibilità di libertà soltanto per quelli che hanno i soldi per pagarsi un aereo e andare… che so io… in India; ma è troppo triste pensare all’idea di un Dio cosiffatto. Se davvero Dio ama allo stesso modo tutte le sue creature deve porre per le sue creature, allo stesso modo, la possibilità di comprendere la verità, di trovare la propria condizione di libertà, di arrivare a contatto con la Realtà, e quindi ognuno di voi, guardandosi attorno, restando nel posto dov’è, può – se vuole veramente, se veramente questo è il suo anelito più sentito, se veramente questo è ciò che desidera – trovare i modi per ottenere la propria libertà scoprendo la Verità.
È questo forse il punto importante da comprendere, creature: per essere liberi è necessario, prima di tutto, essere liberi da se stessi; per essere liberi da se stessi e dai condizionamenti che automaticamente l’individuo si pone è necessario che l’individuo riesca a scoprire la propria verità, a conoscere se stesso, a vedere se stesso come agisce, come reagisce, a comprendere i propri errori, a fare in modo da non commetterli più, altrimenti tutto quello che non è stato scoperto verrà portato con sé in qualunque posto si vada… e quale libertà può esserci quando le catene vengono trascinate in giro per il mondo e mai abbandonate in nessun posto? Nessuna, creature. Ne consegue, con un piccolo ragionamento logico, senza grosse difficoltà per chiunque, che la libertà non può essere altro che una condizione interiore, non può essere cercata all’esterno; può essere conquistata (questo sì), può essere avvicinata per gradi (questo anche), può essere afferrata (questo accadrà sempre e comunque) soltanto nel momento in cui l’individuo riuscirà a mettere da parte le barriere che frappone fra i propri desideri e la propria condizione interiore; soltanto nel momento, insomma, in cui egli riuscirà veramente a comprendere se stesso. Scifo

E nel momento in cui l’individuo sarà riuscito a porre attenzione a ciò che dice, a ciò che pensa e a ciò che fa, nel momento stesso in cui egli sarà riuscito a raggiungere i perché che motivano le sue azioni, i suoi pensieri e le sue parole, nel momento stesso in cui egli sarà riuscito a mettere mattone sopra mattone per dare il via alla costruzione del suo Io più vero, ecco: in quel momento l’individuo si sentirà libero sempre e comunque dovunque egli sia. Certamente l’esterno esisterà sempre; certamente le responsabilità (che poi, in fondo, appaiono come delle catene) esisteranno sempre, ma sarà «il modo» di vivere tutto questo che cambierà la situazione, perché l’individuo si sentirà libero anche mentre ottempererà alla sua responsabilità e saprà che, comunque sia, quella libertà che ha creato al suo interno non potrà mai essere fatta assopire da nulla che sia intorno a lui, poiché sempre lo accompagnerà nel corso del suo cammino. Rodolfo

E allora, figli, in quel momento, l’uomo vero che andava cercando la libertà si guarderà allo specchio e probabilmente non si riconoscerà più, perché dal suo viso saranno sparite le tensioni, dal suo viso saranno spariti i contrasti, nei suoi occhi non vi saranno più lampi di tristezza, di amarezza, di rabbia, di ira, di aggressività e quando volgerà gli sguardi attorno non vedrà più – nelle persone – altri esseri che in qualche modo limitano la sua libertà, ma altri esseri che potranno condividere con lui la sua stessa libertà oppure altri esseri che egli potrà aiutare a cercare di raggiungere la loro libertà perché non accade mai che le libertà raggiunte da due individui si scontrino l’una con l’altra; anche se apparentemente gli individui sono diversi, la libertà ottenibile è sempre e comunque la stessa. Moti

E allora, creature, proprio in quel momento, nel momento in cui i condizionamenti esterni non avranno più senso perché, pur esistendo, non influiranno più su di voi, nel momento in cui i condizionamenti «interni» non avranno più alcun senso perché voi li saprete riconoscere e sarete voi ad essere loro padroni e non loro padroni di voi, in quel momento persino i condizionamenti fisici (come dicevate) cesseranno di diventare delle catene per voi, e sarà giunto il momento, per voi, creature, di abbandonare la ruota delle nascite e delle morti. Certo, tutto questo cammino è faticoso, certamente percorrere questa strada non è cosa da poco e, se così non fosse, non diremmo che avete necessità di un centinaio di vite per riuscire a compiere tutto questo cammino. Certamente, fare queste cose comporta dei tormenti, delle rivoluzioni interiori, molto coraggio, molta buona volontà, molta forza di guardare in faccia la propria verità, ma viene sempre un momento nella vita di un individuo in cui ciò può e deve essere fatto e, questo, sapendo che porterà al superamento non tanto dell’Io – poiché questo avverrà in modo indolore – quanto della sofferenza che fino a quel momento vi aveva tormentato, e ciò che vi deve aiutare ad andare avanti con coraggio cercando di fare del vostro meglio per compiere tutti i passi dolorosi e difficili che dovete compiere nell’osservare voi stessi e andare incontro alla vostra libertà, in modo tale che quando girerete l’angolo e vi scontrerete con essa, essa vi riconoscerà, voi la riconoscerete, e sarete veramente un tutt’uno. Scifo

1  L’Uno e i molti, vol. XI, pag. 23 e segg.

Dal volume del , Dall’Uno all’Uno, Volume secondo, parte seconda, Edizione privata

Indice del Dizionario del Cerchio Ifior