Un pianeta esiste se qualcuno lo osserva [realtà8]

Cerchio Firenze 77, Il libro di Francois, Edizione Mediterranee, pp. 222-223
Prima che sulla terra esistesse I’uomo con i suoi cinque sensi, queste leggi vigevano nella natura?Quando tu guardi la divina sostanza indifferenziata, appare il piano fisico, attraverso i cinque sensi fisici. Che cosa fai tu?

Osservi certi fenomeni, e attraverso la legge di causa e di effetto che hai continuamente sotto la tua attenzione, trai delle conclusioni, e di qui la domanda: «Prima che la terra esistesse, c’era qualcosa?».

Chi può dare una risposta, una conferma di questo? Nessuno. Sono solo delle deduzioni. Che vi sia ancora nel cosmo eco del famoso big-bang iniziale, non significa niente, perché, ripeto, esiste solo ciò che sente e ciò che è sentito. Per qualsiasi cosa – non dico solo all’inizio del cosmo – quando non vi fosse stato nessuno a sentirla, quella cosa non sarebbe esistita.

II vostro supporre è un supporre errato; è, diciamo, la conclusione di un modo di ragionare che conduce, appunto, a quella conclusione; ma non significa affatto che realmente sia accaduto cosi, che questo inizio sia realmente esistito.

Il vero è che esiste solo ciò che sente e ciò che è sentito. Se vi fosse un pianeta sperduto che non riusciste a vedere, che non è visto e quindi sentito da nessuno, quel pianeta non esisterebbe; ed esiste nel momento in cui l’astronomo punta il suo radiotelescopio e Io percepisce in qualche maniera. Allora esiste, perché lo sente l’astronomo; prima, no. Solo allora c’è, prima no.

Riportiamoci all’esplosione iniziale, a questa grande massa di materia che era al centro dell’universo ancora non nato, la quale materia – si dice – è esplosa e si è frantumata in miliardi e miliardi di corpi stellari, di corpi celesti. Chi è che lo dice?

Il fatto è che guardando oggi la realtà, vedendo che queste stelle si allontanano da un centro ideale a una certa velocità, se ne deduce che cosi sia nata. E la cosa può anche essere sostenibile, certo, ma che realmente sia accaduta nessuno può dirlo, neanche per il fatto che vi sia ancora nel cosmo eco del big-bang.

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Nadia

Tutto è materia indifferenziata e attraverso i sensi prende forma la realtà.

Leonardo

Nel divenire solo ciò che è percepito esiste. La “scenografia” base è condivisa da tutti quelli che “puntano lo sguardo” in una determinata direzione, poi ognuno aggiunge personalmente la propria sfumatura soggettiva: l’oggettività della realtà come rappresentazione si sgretola sempre più.

Catia Belacchi

Se sono i sensi a creare la realtà che viviamo, si comprende cosa voglia farci capire questo post

Mimma

Ho sempre avuto anch’io questi interrogativi ed ho unito in più la domanda di come fosse il mondo prima e al di fuori della parola? Se nessuno poteva “nominare” le cose esse che ci stavano a fare? E il mondo di tutto ciò che non è “nominato” dov’è, che cosa è? Grazie

Luciana

Mi vengono in mente le caravelle di Colombo e la loro non percezione da parte dei nativi americani che non le conoscevano.
Non leggenda ma realtà!
Si, è un concetto che ho compreso.

Elena

Mi si sta chiarendo con forza questo concetto in questi giorni e mi riporta a un sentire che da bambina già avevo. Me lo ricordo bene.

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