Esiste qualcosa di oggettivo nel mondo della percezione? [realtà3]

Cerchio Firenze 77, Il libro di Francois, Edizione Mediterranee, pp. 213-214.
Questo «qualcosa di oggettivo», come tu lo chiami, corrisponde al «soggettivo universale» di Kant, ovvero ai «comuni denominatori delle varie soggettività», come dicono i maestri.

Ma il fatto che una certa visione sia comune a tutti gli uomini non è una prova che quella visione sia oggettiva; può essere comune a tutte le soggettività degli uomini – un soggettivo generale, universale, comune a tutti -, però non significa che quella cosa sia oggettiva.

Che vuol dire «non essere oggettivo»? Significa che l’uomo attraverso la percezione non può mai conoscere la realtà intrinseca della cosa, ma ne vede solo e sempre l’apparenza; e il vedere l’apparenza di un oggetto (io lo vedo in una certa maniera e tu lo vedi in maniera analoga alla mia e quindi possiamo intenderci benissimo nel linguaggio, ma dell’oggetto sempre l’apparenza vediamo), il vederne l’apparenza non è mai il vedere la realtà di quell’oggetto. È un’apparenza quella che tutti gli uomini vedono in maniera analoga.

La realtà intrinseca di quel dato oggetto nessuno può vederla se non quando raggiunge il piano akasico, e cioè quando può raggiungere l’identificazione con quella cosa, quando diventa quella stessa cosa: solo allora ne conosce la realtà vera; prima, attraverso la percezione, ne coglie solo l’apparenza.

E qui tu mi potresti dire che anche la stessa materia di cui è fatta l’apparenza è composta dallo spirito nella sua espressione più densa, e quindi qualcosa di oggettivo deve pur averlo.

Prendiamo una macchia su di un muro. Tu puoi interpretarla come una figura e quindi, invece di vedere una macchia sul muro, vedi una figura, no? E altri che guardano la stessa macchia sul muro, la interpretano come te e vedono una figura. Però, questa, è la tua e la loro interpretazione; in sé quella cosa è una macchia sul muro. La realtà è una macchia sul muro, ma l’uomo, proprio per il fatto di essere uomo, non può che vedere una figura.

Ora, è vero che tutto è fatto di spirito, ma la materia è fatta di energia (qui intende l’astrale, ndr), l’energia è fatta di materia mentale, la materia mentale è fatta di materia akasica, la materia akasica è fatta di spirito, e allora ciò che tu vedi di un oggetto è la forma della materia [fisica] dell’oggetto; quindi che cosa vedi? Vedi l’apparenza dell’apparenza della realtà.

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2 commenti su “Esiste qualcosa di oggettivo nel mondo della percezione? [realtà3]”

  1. L’oggettività che noi riteniamo tale è fondata sul soggetto, in particolare sui dati percettivi dei corpi inferiore.
    Si potrebbe aggiungere che è il corpo mentale è il responsabile principale della distinzione in soggetto-oggetto, percepente-percepito. Difatti a livello della coscienza, prima dell’intervento del corpo mentale, dove l’organo principale è il sentire di coscienza, la realtà è “sentita” nella sua unità, piuttosto che percepita come distinzione tra un soggetto percepente e un oggetto percepito

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