Grazie per questa manifestazione imperfetta

Immagino che Tu, l’Assoluto,
sia perfetto.
Immagino anche che tutto ciò
che non è fuso in Te,
sia da considerare imperfetto.

Immagino che Tu sai
che considero questa una fesseria.

Mi spiego, sebbene sia qualcosa di affermato mille volte.
L’imperfetto non diviene perfetto,
dunque non può esistere né il perfetto,
né l’imperfetto:
esiste il Ciò-che-È.

Esiste quello che viene vissuto ora,
e che è solo ed esclusivamente Ciò-che-È.
Quando avremo compreso questo,
il cammino sarà finito
e la libertà, che è sempre stata,
si rivelerà.

Nell’oggi che chiamo mio,
vedo l’imperfezione di ogni manifestazione,
se osservata nell’ottica del divenire,
e la sua perfezione,
se contemplata.

Vedo quello che chiamano con il mio nome,
e dico: Beata imperfezione di quel-che-È.
Perché dovrebbe essere diverso se è solo quel-che-È?

Proprio perché sei così, sei quel-che-Sei;
proprio perché sei quel-che-Sei, sei così.
Che ti importa di perfezione e imperfezione?
Lascia il dilemma a coloro
che hanno bisogno di quel gioco.


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7 commenti su “Grazie per questa manifestazione imperfetta”

  1. Il problema del dualismo sorge laddove si concepiscono i fatti come riferiti ad un soggetto che li fa suoi e di essi giudica.
    Se c’è soggetto allora ci sono anche imperfezione e perfezione.
    E’ questo un problema, un difetto?
    No, anche questo è Ciò-che-E’.
    La questione non è andare oltre il soggetto, piuttosto comprendere, profondamente, con tutto il proprio essere, che la questione non esiste.
    Grazie.

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  2. Post come questo è tanti altri ci aiutano a entrare nella logica non duale, perché ci aiutano a imparare un linguaggio nuovo che pian piano entra a far parte del nostro vissuto prima facendoci capire poi portandoci alla comprensione.
    Il linguaggio unitario è la chiave per portarci a comprendere e spiegare quando, nel quotidiano viviamo la unità.

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  3. Le categorie perfetto/imperfetto sono nella nostra mente duale. Essa suddivide la realtà in categorie e scale di valore sulla base del confronto tra fatto e fatto.

    E se questa mente funziona in questo modo, anche questo è un fatto. Possiamo dire che la mente è imperfetta? Solo la mente duale può dire di se stessa di essere imperfetta.

    Andare oltre le categorie di perfetto/imperfetto, giusto/ingiusto significa cogliere ogni fatto per quello che è, anche il giudizio della nostra mente, e nello stesso tempo continuare a vivere quella tensione che ci porta a fare scelte che vanno oltre quel fatto.

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  4. Il perfetto e l’imperfetto sono definizioni che hanno un senso nella visione duale, ma nello sguardo unitario?
    Tutto è ciò che è.
    Togliere quel velo che nasconde il Reale è il lavoro di una vita che ad un certo punto non è più ricerca, ma il dubitare sempre e comunque della nostra interpretazione dei fatti.

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  5. Chiarissimo ciò che affermi ma se lo avessi anche compreso, vivrei sicuramente più libera!
    Consapevole però che la via è nel liberarsi dai condizionamenti personali, familiari e sociali. In questo si lavora costantemente.

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