Liberi dall’esigenza di attribuire una natura ai fatti

Non conosceremo mai il Reale
fino a quando considereremo
questo alto e quello basso,
questo evoluto e quello no.

Che quel fatto accada in noi
o nell’altro, è indifferente:
l’accadere non ha attribuzione,
non è né mio né tuo,
non ha qualità,
non è positivo, né negativo,
è un fatto,
puro e semplice Ciò-che-È.

Liberi dall’esigenza,
e dalla pretesa di attribuire
una natura ai fatti,
l’Essere del Reale si rivela.

Ecco allora che il vento
soffia tra le foglie autunnali
e produce il suo canto speciale.


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5 commenti su “Liberi dall’esigenza di attribuire una natura ai fatti”

  1. Piano piano, passo dopo passo, si amplia la visione, si annullano i confini, si perde la separazione, l’identita’ scompare.

    Senza “sicuri” confini, resta la fragilita’ di questo essere sempre piu’ vulnerabile.

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  2. Mi sembra che, in base alle nostre comprensioni, per alcuni fatti sia più facile, per altri più difficile, cogliere i fatti che accadono per quello che sono, senza colorarli con le nostre attribuzioni emotive (mi piace/non mi piace) o interpretarli con le nostre attribuzioni mentali (bello/brutto, giusto/sbagliato).
    Ma al di là di queste differenze, possiamo coltivare un atteggiamento di fondo che ci accompagni durante la giornata e che ci disponga alla non adesione alle attribuzioni che meccanicamente sorgono.
    A proposito delle attribuzioni che diamo ai fatti, in particolare mi colpiscono queste parole: “Che quel fatto accada in noi o nell’altro, è indifferente: l’accadere non ha attribuzione / non è né mio né tuo”.
    Spesso mi capita di riflettere su questo e a volte ne ho sprazzi di visione ed è grazie a quegli sprazzi che mi rendo conto di quanto sia lontana dal Reale, fino a quando continuo ad attribuire i fatti alla mia persona o a un’altra.

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  3. Aver capito questa verità non significa affatto averla compresa. Quando nel cammino incontri questa affermazione significa che il sentire è pronto per potercisi confrontare e dunque iniziare a lavorare su di essa e attraverso essa. Si apre una nuova stagione dell’esistenza e chissà quanto lunga.
    Grazie.

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  4. Concordo con Nati. Prima i concetti si capiscono, a forza di ripeterli entrano nel nostro modo di pensare, finché diventano esperienza senza colorazione, semplice fatto.
    Sono ancora nella fase del ruminare.

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  5. Quante volte dovrò leggere e rileggere ancora per capire che un fatto è Ciò che È.
    Eppure, ogni volta sembra che qualcosa in più si comprenda.

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