La fine del tempo di zazen non mi trovi identificato, o distratto

Dov’è la consapevolezza quando la campana suona?
Non voglio che il tempo finisca
mentre sono immerso in un pensiero,
od oscurato dal sonno.
Quando la campana suona voglio che mi trovi vigile,
pronto, consapevole.

Non è questa una perfetta metafora della vita?
Dov’è la consapevolezza mentre un fatto accade?
Mentre una comprensione bussa?
Mentre l’altro mi interpella?
E non vale questo anche per la fine del tempo
della nostra vita?
Vorrei morire in piedi,
consapevole dell’ultimo passo.
Ma il mio volere non conta nulla,
però posso coltivare oggi quella presenza
che spero domani non mi abbandoni.

Inshallah..


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6 commenti su “La fine del tempo di zazen non mi trovi identificato, o distratto”

  1. Sebbene senta impellente in questoi periodo la necessità di fare zz, sono consapevole che non sempre sono vigile, la mente vacua balla, solo dopo mi accorgo di dover tornare a zero. Questo atteggiamento porto anche nella vita . Mi chiedo sempre più spesso “Dove sta la mia consapevolezza?”

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  2. La vigilanza di cui parli, richiede di monitorare continuinuamente la presenza. È un ritorno ad ogni frazione de secondo. Una condizione non facile da mantenere. Lo ZZ, mi sta aiutando in tal senso, ma riconosco che spesso prevale il bisogno di adagiarmi.

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  3. Giusto ieri qualcuno lamentava i tuoi richiami e i tuoi pungoli. Personalmente li ho sempre avvertiti con lo spirito che sopra descrivi, amorevole e gratuito insegnamento sull’importanza della vigilanza e presenza.

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