Dōgen, Busshō: concretezza unitaria e natura autentica 12 [busshō12]

[Sommario IA] Il maestro Dai I afferma che “tutto ciò che vive, natura autentica niente”, in contrasto con Sakyamuni che vede la natura autentica in ogni cosa esistente. Questa differenza genera dibattito sulla correttezza delle due affermazioni.
L’approccio di Dai I è considerato superiore perché, a differenza di altri tentativi di interpretazione, integra e trascende le due prospettive.

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Dōgen, Busshō: oltre divenire-Essere, JF (2) su Busshō 11 [busshō11.2]

[Sommario AI] L’autore discute la contraddizione tra la realtà “come è” e “come dovrebbe essere,” sofferenza derivante dall’incapacità di superare questa discrepanza, usando l’esempio di Achille e la tartaruga.
Si introduce il pensiero di Dōgen, che sottolinea l’importanza di osservare la vita così com’è, identificando l’esistente e il “vero modo” come un’unica entità.

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Dōgen, Busshō: la scomparsa dell’ente 11 [busshō11]

[Sommario AI] Seian afferma che “il tutto è il tutto che vive: natura autentica ente”, invitando a sondare il significato di questa affermazione in base alle diverse condizioni karmiche.
“Il tutto che vive” include ciò che ha e ciò che non ha un cuore (inteso come Essere), poiché la natura autentica è il cuore stesso.

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Dōgen, Busshō: commento (9) di J.Forzani a Busshō 9 [busshō9.17]

[Sommario AI] L’autore critica gli insegnanti di religione che non insegnano l’esperienza diretta dell’essere corpo, ma si limitano a un insegnamento teorico e formale.
L’autenticità della trasmissione spirituale risiede nell’onestà sia del maestro che del discepolo, nel loro impegno reciproco e nella condivisione del percorso, più che nella perfetta comprensione di una verità.
L’esempio dello “star seduto immobile” di Nagarjuna viene analizzato come simbolo complesso di un’esperienza. [/S]

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Dōgen, Busshō: demitizzazione. Commento (5) di JF a Busshō 9 [busshō9.13]

[Sommario AI] Lo Zen considera il corpo come il vero tempio della pratica religiosa, con lo zazen (semplicemente essere seduti) come fulcro.
Dōgen e Nagarjuna sottolineano l’autenticità e la perfezione che si manifestano nell’essere corpo, paragonando questa pienezza alla luna piena. L’essere corpo è la condizione ontologica in cui si realizza l’unità d’Essere.

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