Il concetto non è la realtà, poiché la realtà è inafferrabile [vdc20]

Le basi della Via della conoscenza. Non v’è modo d’inoltrarsi sul terreno della non-mente se non mettendovi via, via in imbarazzo, se non sradicando i vostri concetti, se non facendovi intuire che tutto ciò che voi dite è astrazione, è costruzione concettuale ed è eredità del passato: non è presente e non può essere futuro, ma è solo eredità del passato.

È sul passato che voi costruite concetti ed è sulle culture che vi hanno plasmato che si fondano i vostri concetti che, anche quando vogliono parlare dell’indescrivibile, sono costretti a rapportarsi con il passato, con la vostra storia, con i vostri limiti e con le vostre concezioni. E anch’io, nel momento in cui voglio farvi misurare i vostri limiti, devo usare i vostri concetti, sia pure alterandoli.

Non c’è spazio alla non-mente se non provocando in continuazione i vostri concetti: la non- mente è soltanto un concetto […]; tutto è concetto e in quanto tale soffre di una limitazione sostanziale, e cioè che il concetto non è la realtà, poiché la realtà è inafferrabile, la realtà fluisce, la realtà si sperde, la realtà va, va e va.

Nel momento in cui la si limita o nel momento in cui la si ingabbia diventa concetto. Però la realtà non è afferrabile dentro il concetto e lo sperimentare la realtà non è descrivibile attraverso i concetti, ma è soltanto limitabile dai concetti. Ed allora a che serve parlare? Serve, nella misura in cui il parlare consente il comunicare, consente il focalizzare, consente l’incrementare una propria consapevolezza di quanto si sia poveri-poveri nella propria capacità di essere nel Tutto.

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5 commenti su “Il concetto non è la realtà, poiché la realtà è inafferrabile [vdc20]”

  1. Buon giorno , dunque la parola è la nostra gabbia e anche riconoscere questo avviene con la formulazione di parole ,e anche il riconoscimento di ciò è fatto di parole.e così via.Per assurdo di più Concreto c’è tutto ciò che è oltre o prima o fuori delle parole e assurdamente cerchiamo di tradurlo in parole. Mah!!!!!Un’ultima domanda “e prima che si sviluppasse la parola? Una parola per voi. Grazie

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  2. C’è uso “nobile” della parola e dei concetti che è quello dello “scacco”. La parola in particolare decristalizza, provoca processi, può fare tornare a fare fluire la vita provocando. Tante sono le possibili sfumature.

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  3. “Ed allora a cosa serve parlare?[..]
    consente l’incrementare una propria consapevolezza di quanto si sia poveri-poveri nella propria capacità di essere nel Tutto.”
    Quando sono riuscita a riconoscere nelle parole dell’altro, quelle che per me erano sensazioni a cui non sapevo dare una forma verbale, mi sono sentita meno sola.
    Se nel rapporto intimo con l’Assoluto, prediligo il silenzio, la parola è stata fondamentale nella relazione con le sorelle/fratelli per una condivisione via via più profonda.

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