In zazen: il fondo dell’Essere oltre il pensiero

Quando si scende nella profondità dello ‘stare’ in zazen, accade che sorge una consapevolezza simultanea di due stati: uno stato registra il sottile scorrere dei pensieri e l’altro la pienezza del risiedere nell’Essere, in Cio-che-È.

Sul fondo dell’Essere scorre il fiume calmo del pensiero e non produce turbamento in quello stato vasto e incontaminato.

Convivono simultaneamente Essere e divenire e la consapevolezza li registra entrambi, semplicemente prendendone atto: “Il vasto cielo non ostacola le bianche nuvole vaganti” (Shitou).

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7 commenti su “In zazen: il fondo dell’Essere oltre il pensiero”

  1. Sedersi davanti al muro e semplicemente stare, mentre lascio correre i pensieri, ogni piccolissimo movimento del corpo si amplifica.

    In quella apparente immobilità il corpo oscilla, il respiro si espade, il cuore pulsa. La luce muta, si percepisce ogni piccolo suono.

    Emergono certo, anche le emozioni a volte, a volte la noia, l’impazienza.
    Poi tutto si ridimensiona in quel puntino sul muro.
    Tutto scorre in superficie, mentre il fondo si radica.

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  2. Vivere la simultaneità senza sentire lo sdoppiamento. Uno.
    Questo è il mio quotidiano benedetto. Rabbia e pace, foga e stasi, vocio e silenzio, follia e quiete. Tutto vibra e nulla si muove.
    Simultanei.
    Tutto poggia sulla Pace di fondo.

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  3. “Sul fondo dell’Essere scorre il fiume calmo del pensiero e non produce turbamento in quello stato vasto e incontaminato.”

    Lo zz come l’accadere di questa consapevolezza, consapevolezza senza soggetto: non tanto essere consapevolezza della simultaneità di Essere e divenire, ma essere quella consapevolezza stessa, che precede ogni divisione in soggetto e oggetto.

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  4. Se si registrano i pensieri senza aderirvi non c’è un ” chi” che pensa, è solo la mente che fa il suo lavoro, allo stesso modo che il cuore batte e i polmoni respirano.
    Stando in zz si impara a risiedere nell’Essere e contemporaneamente nel divenire.

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