Solo sedere, solo sperimentare, solo conoscere le illusioni [zq11]

Da Charlotte Joko Beck, ZEN QUOTIDIANO
Gli antichi testi dicono: illuminare la mente, farle luce, essere attenti. È diverso dal migliorarsi, dal mettere a posto la nostra vita. È shikan: solo sedere, solo sperimentare, solo conoscere le illusioni (i pensieri soggettivi) per quello che sono.

Non sono ‘io’ che sento il cinguettio degli uccelli, c’è soltanto il sentire gli uccelli. Siate soltanto il sentire, il vedere, il pensare.

Questa è la pratica seduta.
È questo falso ‘io’ che, pensando in termini soggettivi, impedisce la meraviglia. La meraviglia è sempre: gli uccelli cinguettano, le automobili passano, le sensazioni fisiche si formano, il cuore batte… la vita è un miracolo minuto per minuto, che perdiamo sognando i nostri sogni soggettivi.

Sedete semplicemente con ciò che sembra una grande confusione.
Sperimentatela, siatela, conoscetela. Così, sempre più spesso, vedremo oltre i falsi sogni che annebbiano la nostra vita.

Charlotte Joko Beck, ZEN QUOTIDIANO, Amore e lavoro, Ubaldini, Roma.
La prefazione al libro e la presentazione di Charlotte.
Qui puoi scaricare il libro (non so come academia.edu e l’autore del caricamento risolvano il problema del copyright).
In questo post e nei successivi sono riportati solo alcuni brani del volume.


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6 commenti su “Solo sedere, solo sperimentare, solo conoscere le illusioni [zq11]”

  1. Divenire consapevoli.

    Se mi osservo posso dire che tutto il percorso umano dispiegatosi fin’ora non è stato altro che il mezzo per far sorgere quella consapevolezza di ciò che questo essere è sempre stato, uno svelamento di ciò che già era.

    Lo zz un efficace mezzo per proseguire in questo.

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  2. Man mano che si vive, l’esperienza di essere un tutt’uno con ciò che accade diventa esperienza.
    Ogni piccolo dato ha una sua rilevanza.

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  3. “Sedete semplicemente con ciò che sembra una grande confusione.
    Sperimentatela, siatela, conoscetela.”

    Questo passaggio suona com profondamente significativo. Lo zz non è la dimensione della scelta, ma la decisione di sperimentare tutto, di non volersi ritrarre da nulla.

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  4. Proprio così. Non l ‘io che sente ma essere il sentire, il vedere, il pensare. Concetti noti, ma oggi quanto mai opportuno il riportarli all’ attenzione.

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