Essere e divenire, eremo e cenobio

In preparazione dell’incontro della Via del monaco del 12 maggio 2018.
Una pratica fondamentale nel Sentiero consiste nel coltivare lo sguardo simultaneo tra Essere e divenire: simultaneamente operare nel mondo e coltivare il pieno allineamento all’Essere.
Risiedere nell’Essere e sperimentare nel mondo.
Vivere la famiglia, il lavoro, le relazioni e le responsabilità e, nel contempo, abitare, incarnare l’archetipo del monaco che ci rende soli di fronte al processo di unificazione.
Il processo di unificazione è processo personale, coscenziale, si realizza grazie alle relazioni e in esse fiorisce, ma passa attraverso la metamorfosi di sé, metamorfosi che avviene solo in sé.
È quella che chiamiamo la tensione tra eremo e cenobio, tra il procedere da soli e l’incontro con i fratelli e le sorelle nel cammino che la vita ci ha assegnati, fratelli e sorelle che vestono i panni di scena dei partner, dei figli, dei colleghi di lavoro.
Nell’eremo interiore della nostra solitudine ci viene chiesto di scendere nelle viscere di ogni fatto per realizzare l’unità dell’Essere, per conoscerla, sperimentarla, riprodurla, comunicarla; nel cenobio delle relazioni, l’appreso viene trasmesso, il non compreso si evidenzia e trova possibilità di elaborazione.
L’eremo-Essere e il cenobio-trasformazione procedono indissolubili: questo è un modo di interpretarsi, di leggere sé e gli altri; è una maniera lucida e consapevole di decodificare il proprio quotidiano e ciò che in esso accade.
Non c’è Essere che non si sostanzi in relazione, che non prenda la forma del divenire; non c’è divenire che non conduca all’Essere.
Non c’è solitudine  e responsabilità interiore, non c’è Eremo che non produca un gesto verso l’altro da sé, che non fiorisca nell’incontro con l’essere-non-altro-da-sé.
Non c’è eremo che non contenga in sé l’incontro, il cenobio; non c’è cenobio che non abbia necessità dell’eremo, della sua solitudine, della sua introversione.


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8 commenti su “Essere e divenire, eremo e cenobio”

  1. Sono presa dal divenire, identificata nelle varie officine e identificata nelle emozioni/pensieri che costantemente fluiscono, Spesso, però, riesco ad osservare le identificazioni ed i pensieri che arrivano, come si osservano le nuvole che passano.
    Il Cenobio, il condividere un Cammino con altre persone è certamente un grande aiuto.

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  2. L’apperente dicotomia tra essere e divenire non è mai stata una difficoltà per me da comprendere, anzi ha procurato sempre un grande sollievo e senso di libertà. Certo a volte il divenire sovrasta il quotidiano, ma il sottofondo dell’essere è sempre lì!

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  3. L’un aspetto sostiene l’altro. Una danza o più in generale la musica, son fatte di note e di silenzi, in un ritmo di fondo

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  4. Mi è abbastanza difficile commentare in questo momento. L’identificazione con il divenire è molto forte e l’apertura all’essere ovviamente ne risente, anche se la lettura del post mi riporta per certi versi a una dimensione più vasta, che in parte riaffiora semplicemente alla memoria e in parte l’ascolto del canto degli uccelli rende più vivida e attuale. Permane comunque un senso di spossatezza e di qualcos’altro che non so bene come chiamare, malinconia, dolore, struggimento o lutto.
    Prima pensavo alla Fenice, che risorge dalle proprie ceneri

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  5. Grazie Robi. Mano a mano che procedo verso la Via, i concetti che riporti, si fanno più chiari. I processi di conoscenza-consapevolezza, analisi-disconnessione e abbandono alla fiducia, sono passaggi che si susseguono nell’arco della giornata. Riconosco, ma non sempre ne gioisco, l’importanza dell’officina che si presenta, sia familiare che al di fuori da essa. Mi accorgo che ancora molto privilegio il cenobio, meno l’eremo, ma prendo atto di quali implicazioni ha la mia vita ora rispetto agli impegni di lavoro e familiari. Sento l’importanza dell’impegno preso, ma non avrei potuto fare diversamente. Un abbraccio fraterno a tutti.

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  6. Concordo con entrambi.
    In questo periodo sto cercando di mantenere l’attenzione sul fatto che mi si presenta davanti e sul simbolo verso il quale affaccia o che lo sostiene.
    Metafora diversa ma che credo sottende allo stesso processo.
    Forse questo può essere un punto di collegamento fra i due poli da voi esposti.
    Essendo limitato ad una frequentazione sul piano fisico ed essendo quindi la conoscenza o la visione dei processi del Cernobio molto parziale, posso comunque avere un affaccio sul sentire comune attraverso l’analisi simbolica dei pochi elementi a disposizione.
    Come disegnare il sistema solare dopo avere guardato al microscopio un atomo.

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