Fiducia, potenza e impotenza

In merito al post di ieri Mauro dice: “Non è facile”.
Giulia afferma invece che tutto all’uomo è possibile.
Osservando la realtà, a me viene da considerare questo:
-non c’è alternativa alla fiducia, l’uomo costantemente si fida e si affida. Se non ci affidassimo non ci alzeremmo nemmeno dal letto, non attraverseremmo la strada, non mangeremmo cibo, non respireremmo aria, non metteremmo al mondo figli.
La fiducia è già, nella realtà del quotidiano, la colonna vertebrale delle nostre giornate: basta riconoscerla.
Comprendo Mauro che dice che non è facile: si tratta di vedere il gioco delle mente/identità, le sue paure, e avere la prontezza di non alimentarle, di disconnettere, di affermare: “E’ solo la mente, sono solo le sue paure, la vita mi dimostra altro”.
La difficoltà nasce proprio da questo non riuscire a dire: “E’ solo la mente”; per noi è difficile relativizzare ciò che ci costituisce come identità ma, anche qui, se guardi bene Mauro, vedrai che non c’è scelta.
Possiamo vivere nel tentativo di controllare le nostre vite, quelle delle nostre compagne, dei nostri figli? Se guardi bene, abbiamo una sola possibilità.
In merito al potere dell’uomo di cui Giulia parla, va considerato che questo è in relazione all’ampiezza del suo sentire ed è in stretta relazione con il libero arbitrio.
In potenza l’uomo può ed è libero di scegliere; nella realtà l’uomo è condizionato dai limiti del suo sentire, di ciò che ha compreso e di quello che rimane da comprendere.
Nei fatti, l’uomo può esattamente ciò che sta sperimentando, non di più, non di meno. Per poter sperimentare altro deve fare un salto nel sentire, abbandonare una vecchia modalità per una nuova, un giudizio su di sé per un altro.
Passo dopo passo può liberarsi del condizionamento che il limite del suo sentire gli impone; vita dopo vita.
Per giungere ad un paradosso: quando il suo sentire sarà ampio e non condizionato farà tutto tranne che utilizzare il potere che ha a disposizione, perché l’unico potere a cui sarà interessato sarà quello di vivere la vita che gli è data, senza protestare.

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