Il Cristo secondo il Cerchio Firenze 77/22: la religione Brahamanica

La religione Brahamanica, la più grande delle Ariane, ha in sé chiaramente espresso il concetto di Dio inteso come unica esistenza eterna; similmente la Trinità (Trimurti).

La legge di evoluzione e quella di reincarnazione ne fanno parte integrante e sono espresse e insegnate exotericamente come in nessuna altra religione. Non v’è bisogno quindi di citare i testi sacri se non per riconoscerne la bellezza e la dovizia morale, né v’è bisogno di mostrare l’identicità dei principi di questa religione con il nostro insegnamento.

Leggiamo insieme alcuni brani della Mundaka Upanishad e assieme ne converremo: “L’intelletto purificato dalla conoscenza, conosce e contempla Brahama. Chi conosce Brahama diviene Brahama”.

E in altro testo: “Oltre gli Universi, Brahama, l’Eterno, l’Indivisibile, l’Immutabile, nascosto a tutti gli esseri inversamente alla loro evoluzione, il Signore, conoscendo il quale, si diviene immortali, l’unico respiro di tutti i mondi, l’Eterno Giovane, l’Anziano, l’anima dei mondi che è chiamato non nato, che è chiamato Eterno”.

Notando la cristallina chiarezza e veridicità di questi testi, viene fatto di pensare che gli appartenenti a questa religione siano fra i più illuminati ed evoluti; ma se il popolo non ha compreso questa cristallina bellezza ed ha travisato la verità da trasformarla in superstizione e divenire fanatico, non dobbiamo meravigliarci; questo avviene anche in Occidente, anzi mentre i Santoni Indù cercano di illuminare le menti dei fedeli, non altrettanto si può dire di certe autorità religiose d’Occidente. La chiara esposizione della verità non è determinante per l’individuo se non al fine di farlo capire, comprendere e assimilare, ovverosia evolvere. Yogananda, 19 marzo 1954

Fonte: raccolta di brani sul Cristo del Cerchio Firenze 77 | Tutti i post del ciclo

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