Il Cristo secondo il Cerchio Firenze 77/13: Maria, la ‘madre’ del Cristo

Parlare di Maria, sfrondare la leggenda che gli uomini si sono compiaciuti di creare attorno a questo nome, svelare il vero significato di questa figura è cosa assai complessa.

Noi cercheremo di affrontarla con la maggiore semplicità possibile, ma ciò non basta; voi dovete sbarazzarvi di ogni spirito di parte, al fine di meglio comprendere. Quando udite rammentare questo nome, subito pensate alla madre umana del Cristo, a colei che fu vergine prima e dopo il parto, come crede la maggior parte dei cristiani. Su che cosa fondate questa vostra credenza?

Vedete, la fede non deve sostituirsi alla ragione: ma deve avere inizio laddove la ragione non può più arrivare. Se credete senza ragionare fin dove possibile, cioè se non superate con la ragione il dubbio che la stessa ragione può presentare, allorché l’esperienza e gli altri vi mostrino un’incertezza, voi entrate in un dissidio da cui ne uscirete difficilmente. Così, per appurare questo concetto che vi è stato presentato come materia di fede, facciamone materia di ragionamento, vediamo se, tolto che ne sarà quell’alone di mistero che lo circonda, perderà in verità.

La chiesa basa la nascita eccezionale su dei testi, guardiamo se questi testi possono essere soggetti ad altra interpretazione. Come primi a essere a conoscenza di questa nascita miracolosa devono essere stati gli apostoli, così noi faremo una brava ricerca sui testi degli apostoli: i Vangeli e gli Atti. Il più antico Vangelo è riconosciuto essere quello secondo Marco, il quale a proposito di questa nascita miracolosa dice niente!

Consultiamo allora quello secondo Giovanni, l’Evangelo spirituale, il più ricco di significati esoterici: silenzio assoluto. Sorge allora una domanda: come mai dei quattro Vangeli, due non parlano di questo argomento? In Matteo invece si parla della nascita e per convalidare quanto detto è riportata la profezia di Isaia: “Ecco la Vergine sarà incinta e partorirà un figlio…” La parola ebraica “almah“, che è stata tradotta in greco “vergine”, non aveva affatto questo significato, ma voleva dire una giovane donna in età da marito, per cui se Isaia avesse riferita la sua profezia a Gesù e non a Ezechia, essa non convaliderebbe il presunto racconto di Matteo.

Nel summenzionato Vangelo, come in quello di Luca, si legge, sebbene assai diversa, la genealogia di Giuseppe per dimostrare che Cristo discendeva da David. Credo che sia più che giustificata la domanda: quale interesse può avere la genealogia di  Giuseppe se Cristo non è suo figlio? E ancora: perché gli apostoli nei loro Atti tacciono a proposito di questo argomento?

Pietro non ne parla, eppure ai pagani che potevano convertirsi non doveva essere un concetto ostico, dato che la loro mitologia è piena di Dei che si accoppiano a mortali. Paolo non ne fa menzione se non per dire, a proposito del Cristo, della sua nascita, ai Romani: “Fatto dal seme di David, secondo la carne, definito figlio di Dio, secondo lo Spirito…”.

Si può credere da questi fatti che il racconto della nascita nei due vangeli e la profezia siano stati introdotti per sancire una leggenda divenuta opinione comune? Date la vostra risposta. Cristo comunque, diciamo noi, è nato fisicamente come ogni uomo; la sua nascita virginea riguarda l’anima. E questo significa che egli era direttamente emanato dall’Assoluto, a differenza di noi, del nostro spirito che deve percorrere il duro cammino della reincarnazione prima di poter liberarsi dai lacci della materia. Il Divino suo Spirito fu “emanato” e non creato e qui ci fermiamo perché questo non è argomento della odierna conversazione. (Il tema è trattato anche il 22 Maggio 1960, “Sulla natura del Cristo”).

Torniamo a Maria, per dire che era una creatura di grande levatura spirituale più che degna della sua missione, ma come lo stesso Cristo, umana nella sua figura fisica. Anche essa soffrì; pensate che in Cristo, con l’andare del tempo, si faceva sempre più forte la spinta del suo Spirito finché, divenendo consapevole della sua natura divina, abbandonò tutto per seguire la sua divina missione. Sia dunque per Maria di Nazareth tutto il rispetto che le si deve. 

Vi sono luoghi che ricordano visioni recenti e antiche, luoghi dove la fede delle creature guarisce le loro infermità, come la donna dal flusso di sangue fu guarita dalla propria fede. Si crede allora, a torto, che il miracolo sia stato operato dalla figura che fu vista, ma ricordiamoci come Cristo parlava in parabole ai semplici, così queste visioni sono del tutto simboliche, non si può raffigurare in queste visioni un’entità e non possono queste visioni essere lampi di intuizione.

Pure hanno visto Maria e non hanno torto, guardate: è una donna assisa in trono, 12 stelle formano la sua aureola, suo figlio in braccio, il suo piede schiaccia la testa a una serpe. Sotto a questa figura simbolica può stare scritto: Vergine Inviolata, Madre di Dio, Immacolata Concezione, Essa è Maria, Devaki, Iside. Ci troviamo quindi di fronte alla più confortante delle verità o alla assurdità più ingiustificabile. Assurdità, se si intende alla lettera il simbolismo; verità lucente, se si è capaci di oltrepassarlo per comprendere.

Maria, come Iside, come Devaki simbolizzano la chiesa occulta, la sapienza divina, la saggezza, l’iniziazione che scegliendo l’individuo, idoneo per evoluzione, lo conduce alla meta ultima. Ogni uomo ha in sé una scintilla dell’Eterno Fuoco. Quando diviene uno con questa scintilla che è in lui, diviene uno con Cristo, con Krisna, con Buddha, con il Tutto.

Per giungere a questo
– bisogna nascere nel tempo: 12 stelle o costellazioni,
possedere la saggezza e la segreta sapienza divina: partorito da Maria,
– vincere l’atmosfera terrena: il serpente schiacciato.

Gli alchimisti dicevano che per fare dell’oro occorre un po’ di oro, così per conoscere Maria è necessaria una certa evoluzione. Ecco perché è “vergine inviolata“. Chi non ha questa evoluzione non può conoscerla e chi la conosce è puro e non la profanerà.
Maria quindi non è una persona, ma è il possesso della Verità Assoluta, della Scienza Divina.

Non si erra dicendo madre di Dio; indubbiamente chi è partorito nasce da Maria, divenendo uno con la Divinità che è in lui, diviene uno con tutto, diviene uno con Dio. Non si erra neppure dicendo madre del Cristo, ma non madre umana, non possiamo intendere alla lettera, non possiamo pensare che si tratti di un parto materiale. Cristo, lo ripetiamo, è nato come tutti gli uomini nascono, sua madre è santa come lo sono tutte le madri. Egli prese natura umana e la prese interamente, senza che ne avesse a patire la sua natura Divina.

Fu uomo-Dio e Dio-uomo e questo significa realizzare nella vita più umana l’ideale più Divino. Egli che era Uno con il Padre non aveva coscienza completa della sua missione e non ebbe questa certezza fino a che non ebbe superato il dubbio, allora egli trovando questo dovere entro di sé, fu ‘partorito da Maria’, cioè fu iniziato e solo allora ritrovò coscienza completa della sua santa comunione con il Padre.

Non esaltiamo quindi la sua natura Divina, non neghiamo  la natura umana: egli fu uomo e fu Dio. Come l’Evangelo non è la storia di un uomo a nome Gesù, ma è la storia simbolica del figlio di Dio, così Maria, come Iside, come Devaki non sono, lo ripetiamo ancora, la madre nel senso umano, ma Divino.

Credere che il figlio di Dio facendosi uomo abbia avuto una nascita eccezionale è far disdegnare a Dio la sua stessa legge, è come credere che l’Ente Supremo abbia maledetto l’uomo dopo averlo creato. Credere che Dio, facendosi uomo, fugga la legge umana, equivale a credere che la giustizia divina non è assoluta; in tal caso l’universo è un mostruoso aborto destinato a perire.

Può sì un Ente Perfetto crearsi un corpo che non dia ombra, che come raggio di luce passi attraverso il cristallo senza infrangerlo, ma non è più un corpo umano, non è più un Dio che si fa uomo per redimere gli uomini.

Perché volete idealizzare la madre di Gesù e togliere anche a lei la sua umanità? Non  è forse santa ogni madre e più ancora colei che vede ucciso il proprio figlio? Dite che fu concepita da Spirito Santo, assurdità mostruosa; dite che ebbe un casto marito, dite che il parto non guastò la sua verginità, mancate solo di dire che aveva la cintura di castità da tanto la volete vergine.
Avete idealizzato la madre umana di Gesù, avete immaginato Dio come un vecchio barbuto assiso in trono, immaginate di avere una individualità separata da tutto il resto dell’universo, e vi scandalizzate? 12 Giugno 1952, Kempis

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