Il Cristo secondo il Cerchio Firenze 77/16: vive in tutti come principio

Cristo venne fra gli uomini per smuoverli dal ristagno nel quale erano caduti; la Sua opera non si può valutare, né misurare con occhio umano. Ciò che Cristo ha fatto, non l’ha fatto esteriormente, ma nell’intimo di ogni uomo: ha accelerato l’evoluzione di ciascuno.

La Sua opera non è certo la Chiesa, o le chiese che portano il Suo nome; non sono i Vangeli: la Sua opera è molto più grande.

Passano i tempi, le civiltà, gli uomini; ciò che ieri era bello e vitale, oggi è un rudere o una larva; ma l’opera del Cristo rimane, e rimane non necessariamente agli uomini che appartengono alle religioni che portano il Suo nome, non condizionatamente a coloro che credono in Lui, non esclusivamente ai popoli di un tempo. Cristo vive in tutti come principio: questa è la sua opera.

Se invece fosse nelle chiese e nei sacri testi, l’uomo ne sarebbe beneficato condizionatamente alla divulgazione, conoscenza e osservanza di questi. Egli scelse degli Apostoli e li fece depositari della Verità ultima, la quale resta celata dalle esteriorità e formalità necessarie a coloro che non saprebbero comprenderla.

Per essi Apostoli, Cristo lasciò l’insegnamento occulto, e gli Apostoli lo tramandarono, segreto, proprio per coloro che non lo avrebbero compreso. Quindi sarebbe assurdo pensare che tutto quanto Cristo ha detto, fosse racchiuso in poche righe, spesso tramandate in modo impreciso, benché basterebbe che l’uomo le seguisse per avvicinarsi al compimento dell’opera del Cristo.

Così, benché non sia tutto, molto v’è nei Vangeli e fra le righe dei Vangeli. Vi abbiamo parlato di verità e leggi universali; durante questo incontro vi mostreremo come si possono svelare i simbolismi, comprendere le parabole, completare quanto è accennato, in modo da capire che Cristo aveva parlato delle stesse verità da noi illustratovi. Dali, 21 Febbraio 1954.

Fonte: raccolta di brani sul Cristo del Cerchio Firenze 77 | Tutti i post del ciclo

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