La costruzione dell’immagine armoniosa di sé [scomparire8]

Torniamo a parlare dei vari aspetti che vi compongono, che sono disarticolati in modo naturale. Anche se in qualche momento vi sembrano articolati, e dopo poco ritornano a essere disarticolati. E questo si ripete, si ripete e si ripete.

E anche quando nella disconnessione in atto tutti e tre gli aspetti (pensiero, emozione, azione, ndr) si presentano armonici fra di loro, voi non lo percepite. Eppure, a volte, siete attenti a quello che state facendo e contemporaneamente provate un’emozione proprio per quell’atto, e il pensiero è fisso lì. Pensateci. In quel momento non esiste quell’armonia che inseguite nella via interiore, perché l’armonia non è creata dalla concomitanza di quei tre aspetti.

Attenti, nella via interiore, voi inseguite un’armonia che non si basa sulla contemporaneità dei tre aspetti che vi compongono, ma che dipende dal fatto che tutti e tre “devono essere” consequenziali all’immagine che vi siete creati di voi in cammino, come anche alla meta finale.

Un partecipante: Perché se sto ammazzando qualcuno, ci sto pensando e la mia emozione è lì, io non mi sento certamente armonica, in base alla via interiore.

Una voce: Questo è un esempio efficacissimo, che non lascia dubbi. L’armonia nella via interiore per voi è data, sì, dal fatto di non essere saltellanti da una parte all’altra – emotivamente su e giù – ma anche dal fatto che le tre forze – azione, pensiero, emozione – si armonizzino attorno a una direzione che riflette, sia pure parzialmente, la meta che vi ponete, che può essere l’accoglienza o la dolcezza o la pacatezza o la fermezza. Mentre, quando siete sollecitati e preda di un’eccitazione, voi sperimentate la sensazione di non armonia e di saltellare un po’ di qua e un po’ di là al vostro interno.

Considerando che la mente, che è una struttura d’interpretazione, occulta ciò che c’è ed esalta e insegue quel che non c’è, il punto da cui partire è comprendere chi siete voi – come “io” illusorio – per poter capire chi scompare progressivamente.

Partiamo da ciò che c’è, che la mente etichetta ogni volta che lo incontra. Stiamo parlando di una struttura di automatismi che non può che trasmettervi una propria interpretazione della realtà, poiché la realtà non è comprensibile, non è afferrabile e non può diventare un contenuto mentale, quindi si presenta del tutto inaccettabile e incomprensibile per quella struttura, diventando inaccettabile anche per voi, che vi identificate in essa.

La struttura della mente si basa sulle tre componenti, o tre forze, che vi caratterizzano; quando le rapportate a un obiettivo, cercate che siano coerenti sia fra di loro che con l’obiettivo. Ad esempio, nel momento in cui, improvvisamente, scoprite di non avere il controllo sulle emozioni, sulle azioni e sui pensieri, vi sentite confusi vedendoli andare per conto loro, soprattutto in una via interiore, dove vi si dice che certi pensieri sono da controllare, o da evitare, e che certe emozioni sono da regolare e che certe azioni da migliorare.

È lì che nasce l’etichetta di negativo. L’etichetta è un monito che, inconsapevolmente, vi serve per occultare l’essere disconnessi; è proprio un tacito invito a connettervi.

Tratto da: Scomparire a se stessi (Il morire a se stessi è il morire dell’agente, Download libero)
Scomparire a se stessi, tutti i post del ciclo

Via della conoscenza. Questo è un viaggio a ritroso dentro noi stessi. Un viaggio in cui incontreremo delle strettoie create dalla via della Conoscenza e fatte di radicalità, di provocazioni, di negazioni, di paradossi e di metafore. L’agente siamo tutti noi che ci attribuiamo la paternità delle azioni che si compiono attraverso di noi, ma delle quali siamo i semplici portatori. Saranno messi in luce, e ci si presenteranno davanti, strada facendo, i nostri meccanismi, i nostri concetti e le nostre strutture mentali, e la voce che ci guiderà terrà la barra dritta, impedendoci di deviare.
La via della Conoscenza è una non-via e un non-insegnamento, perché è un contro-processo dei processi della mente. Non suggerisce pratiche e non dà mete, ma è la negazione delle pratiche e delle mete. Non porta alla conoscenza, ma svuota da tutte le conoscenze costruite sul cammino interiore intorno a un “io,” distinto, che cerca una propria evoluzione non capendo che tutto è già unità.
Per ogni informazione e chiarimento: vocedellaquiete.vaiano@gmail.com

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1 commento su “La costruzione dell’immagine armoniosa di sé [scomparire8]”

  1. Non mi è facile cogliere gli aspetti che sono già disarticolati. C’è necessità di rileggere e lasciar sedimentare.

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