La vita è sacra perché non fa la conta degli errori o dei pregi [vdc27]

Le basi della Via della conoscenza. Ciascuno di voi imposta la propria vita nel tentativo di darle un proprio significato e quindi la vita viene piegata da ciascuno per renderla in qualche maniera accettabile da parte vostra. Ma questo è rinunciare a guardare alla vita come sacralità che non v’appartiene.

Perché la vita, nella sua sacralità, implica la morte del protagonismo di ciascuno di voi e il consegnarsi e il piegarsi a questa sacralità.

Però la sacralità della vita non si riduce a questo, ma c’è qualcos’altro di ancora più radicale o di ancora più rivoluzionario: essa esige che ciascuno di voi guardi a se stesso come essere che sbaglia o come essere limitato ed impone che questi errori vengano, sì, riconosciuti, ma lasciati cadere, e non invece esaltati.

In realtà, nell’esaltazione dei propri errori ciascuno di voi trova motivo per dire a se stesso: “Io non voglio fare così o colà. Io non voglio continuare in questo errore, ma devo riparare l’errore. Devo, devo! Urge la mia volontà, urge lo sforzo, urge l’impegno, urge l’attenzione!“.

Invece chi riconosce in sé il limite, e sorride al limite, scopre che il limite non gli appartiene perché egli s’arrende a ciò che è.
E nel ciò che è c’è anche il limite e nel ciò che è c’è anche l’errore e nel ciò che è c’è anche l’insufficienza, ma non ci si punta sull’insufficienza per esaltare se stessi riproponendosi il compito di migliorarsi e di presentarsi agli altri e a se stessi come migliorati. No, si lascia che ogni limite, ogni pregio, ogni miglioramento, ogni errore naufraghi nello scorrere della vita, che è veramente l’unica cosa importante per voi.

– La vita è sacra perché non richiede a voi di essere protagonisti,
– la vita è sacra perché esprime la vostra insufficienza e la vostra estrema povertà,
– la vita è sacra perché vi fa toccare con mano giorno dopo giorno ciò che voi siete come limitazione,
– la vita è sacra perché di tutto questo non conserva alcuna traccia, se non quella che voi volete imprimere a voi stessi.
– La vita è sacra perché non fa la conta degli errori o dei pregi, ma tutto riassume e tutto condensa in un’unica affermazione che soltanto un saggio può fare:

la vita scorre e non accetta di fissarsi in alcunché, né nell’errore né nel pregio, né nel difetto né nella virtù; tutto scorre, tutto va, tutto muta, tutto cambia e ciò che permane è ciò che la vita stessa vi offre giorno dopo giorno nascosto dietro lo scorrere.

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5 commenti su “La vita è sacra perché non fa la conta degli errori o dei pregi [vdc27]”

  1. “Sorride al limite”. Questo l’atteggiamento esistenziale che non esalta il sé ma che dischiude lo sguardo della “compassione”. Compassione per l’essere manchevole che sono e che non penso di essere. Compassione per le pretese di aver compreso, di essere migliore degli altri, laddove invece cado sulla buccia di banana della quotidianità in modo goffo e comico. In questo sorriso compassionevole non c’è nessuna pretesa di voler migliorare.

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  2. Se dico che sono lontano dell’affermazione che fa il saggio, di cui allo scritto, cado nella trappola di enfatizzare il mio limite per esaltare me stesso? Probabilmente sì. – sono lontano dell’affermazione che fa il saggio – cado nella trappola – me ne infischio e lascio cadere Così è e così sia.

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