Genjōkōan: percepire la realtà unitariamente [gk10]

10- Vedere la forma (i colori) con unità di corpo e mente, ascoltare i suoni con unità di corpo e mente, è intimo incontro ma non nel senso della figura che si riflette nello specchio, come la luna e l’acqua. Quando un lato è verificato, un lato è all’oscuro.     

身心(しんじん)を挙(こ)して色(しき)を見取し、身心を挙して声(しやう)を聴取するに、したしく会取(ういしゆ)すれども、かゞみに影をやどすがごとくにあらず、水(みづ)と月(つき)とのごとくにあらず。一方を証するときは、一方はくらし。
Shinjin wo ko shite shiki wo kenshu shi, shinjin wo ko shite shō wo chōshu suru ni, shitashiku aishu suredomo, kagami ni kage wo yadosu ga gotoku ni arazu, mizu to tsuki to no gotoku ni arazu. Ippō wo shō suru toki wa, ippō wa kurashi.

Shōbōghenzō Genjōkōan, di E. Dōgen, traduzione inedita dal giapponese e commento di Jiso Forzani, con testo giapponese originale e traslitterato con la pronuncia.

Nella comprensione del Sentiero contemplativo.
Percepire la realtà unitariamente, non nell’illusione delle percezioni. In questo modo l’intera realtà si svela, altrimenti un lato si rivela ma l’altro rimane oscuro.


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5 commenti su “Genjōkōan: percepire la realtà unitariamente [gk10]”

  1. Quando si “vede” la realtà con corpo e mente si coglie col sentire pertanto non la si vede riflessa come in uno specchio, ma nelle sua essenza reale.

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  2. La realtà nella sua unitarietà può essere solo che “sentita”: su ogni piano, con ogni senso; il tutto abbracciato dalla consapevolezza che proviene dalla coscienza.

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