Pensateci, l’amore che volete donare non giunge mai all’altro così come lo offrite, e quindi non saprete mai in che modo esso incontrerà l’altro e mai scoprirete come quel dono d’amore verrà da lui percepito, anche quando l’altro vi racconta le proprie sensazioni, dato che neppure lui è in grado di capire come ciò che offrite si posi in lui, assumendo poi altra forma.
L’amore si esprime attraverso le azioni, e non ha nulla a che vedere con quello che pretendete come risultato e neppure con quello che vorrebbe l’altro, ma nemmeno con quello che vorreste far nascere dall’interrelazione con lui.
Eppure, vi ostinate a connettere l’atto d’amore con i pensieri e con le emozioni, in modo da occupare e tentare di dirigere il farsi dell’azione. Comunque, oggi, avete potuto ascoltare che i due soggetti non hanno nessuna importanza nello svolgersi di quell’azione-dono, in cui pensieri ed emozioni sono forze che ne fanno parte, e possono solo parzialmente incidere su di essa, ma non mutarla.
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Pensieri ed emozioni sono un flusso che va e che viene senza nessun collegamento; siete voi a connetterli e a utilizzarli per costruire la vostra identità, dando loro quell’importanza riferita a voi e quella credibilità consegnata alla vostra mente. La disconnessione riconosciuta mostra che i pensieri e le emozioni scorrono liberi insieme alle azioni, senza mai mutarle*; perché l’azione è un moto effimero che sorge e poi tramonta, ed è da lì che nasce la sua forza.
L’uomo è sempre alla ricerca di dare solidità all’inconsistenza, poiché la teme, sapendo che nell’inconsistenza si dissolve il proprio ‘io’ che si nutre di connessioni, di continuità e di solidità.
Ecco perché tutti voi siete alla ricerca di offrire un amore che sia sempre più consistente, sempre più duraturo, sempre più evoluto, però poi, nel voler donare amore, vi trovate costretti a fare i conti con l’imprevedibilità, vostra e altrui, e con l’ingovernabilità del farsi di quell’azione.
Uno dei tanti fraintendimenti di chi si affascina della via della Conoscenza è quello di pensare di potersi rimpicciolire per poi venire attraversato da quell’amore che non si sente in grado di offrire. Quanto protagonismo nel pensare che il donare amore agli altri passi attraverso la vostra capacità di ridurvi, in modo da lasciare che il Divino vi dia la capacità di donare ciò che non riuscite a offrire. Invece che essere svuotati dall’amore, vi riempite di un nuovo compito, che è quello di essere gli artefici del vostro ridurvi, e vi mettete al centro anche di un operare divino che è solo nelle vostre menti.
Noi controbattiamo che voi avete semplicemente la possibilità di posarvi sulla vostra inconsistenza, e scoprirla anche dentro le pretese di governare l’azione del dono attraverso i pensieri. I pensieri scorrono liberi insieme alle azioni, e un pensiero può anche ostinarsi a bussare, oppure può presentarsene uno simile in un secondo tempo, poi può giungere un’emozione e turbare il pensiero lì presente, ma tutto questo non impedisce all’azione di nascere, articolarsi e poi morire. Questa è la disconnessione presente nella vita, questo è l’accadere.
Pensieri ed emozioni attraversano l’uomo e, se lui li ascolta e se li osserva, parlano della caducità di tutto ciò che è moto e che nasce e muore.
Eppure è grande in voi la pretesa di contare qualcosa, di esserci come continuità di un ‘io’, e perciò connettete azioni, pensieri ed emozioni, dando un senso alla storia che vi costruite, che altrimenti vedreste per quello che è: un susseguirsi di moti disconnessi, inconsistenti ed effimeri che nascono e muoiono.
Voi li direste caotici e ingovernabili, ma solo perché introducete il pensiero guidato dalla vostra mente che giudica, etichetta e pretende di dare a tutto un senso. Ecco perché temete il vuoto interiore che vi rivela come sia fragile l’umano e come sia governato nell’agire.
E allora agite nel donare amore per dargli consistenza, mentre l’amore è lieve quando non c’è la preoccupazione di renderlo grande, di dargli una direzione e di far sì che quel donare produca effetti per sé e per l’altro.
E inseguite progetti e speranze d’amore e vi affascinate e vi inorgoglite di quell’amore che parla di un vostro offrire o di quanto un vostro donarvi riesca ad alleggerire la sofferenza altrui, perché c’è un sottile piacere in quella pretesa di donare.
Dentro il vuoto interiore si vede solo l’inconsistenza di chi agisce offrendo il dono, di chi agisce ricevendolo, e del dono stesso.
Voi, oggi, amate solo quell’amore che potete concepire attraverso la vostra mente. Noi vi diciamo che amare quel che a voi sembra talmente misero da non poterlo proprio chiamare amore, vi fa scoprire tutta l’inconsistenza di quell’offrire.
Riconoscere l’amore, che fiorisce interiormente e che assorbe pensieri ed emozioni, spazzando via il bisogno di governarli, non ha niente a che vedere con la chiacchiera che fa la vostra mente e che vi porta a pretendere di farlo sorgere da voi e di guidarlo dove volete.
*Qui non è chiaro, o contraddittorio con quanto affermato in un altro post precedente:
Per farvi un esempio: a un tratto vi attraversa un’emozione che dà un’accelerazione all’azione in corso; ma poi, passata quell’emozione, l’azione decelera poiché è giunto un pensiero che vi tranquillizza, seguito da uno stimolo che vi eccita, rinvigorendo l’azione.
Qui termina il libro Ciò che la mente ci nasconde: vita, gratuità, amore.
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Il Sentiero contemplativo, Cerchio Ifior
In merito alla via della Conoscenza: quel che le voci dell’Oltre ci hanno portato non sono degli insegnamenti, non sono nuovi contenuti per le nostre menti, non sono concettualizzazioni da afferrare e utilizzare nel cammino interiore. Sono paradossi, sono provocazioni o sono fascinazioni, comunque sono negazioni dei nostri processi conoscitivi e concettuali.
Non hanno alcuno scopo: né di modificarci e né di farci evolvere. Creano semplicemente dei piccoli vuoti dentro il pieno della nostra mente. Ed è lì che la vita parla.
Per qualsiasi informazione e supporto potete scrivere ai curatori del libro: vocedellaquiete.vaiano@gmail.com
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Indice dei post estratti dal libro e pubblicati
Abbreviazioni: [P]=Prefazione. [V]=Vita. [G]=Gratuità. [A]=Amore.
Le varie facilitazioni di lettura: grassetto, citazione, divisione in brevi paragrafi sono opera del redattore: i corsivi sono invece presenti anche nell’originale.
Colpisce questo passaggio:
“Uno dei tanti fraintendimenti di chi si affascina della via della Conoscenza è quello di pensare di potersi rimpicciolire per poi venire attraversato da quell’amore che non si sente in grado di offrire. Quanto protagonismo nel pensare che il donare amore agli altri passi attraverso la vostra capacità di ridurvi, in modo da lasciare che il Divino vi dia la capacità di donare ciò che non riuscite a offrire. Invece che essere svuotati dall’amore, vi riempite di un nuovo compito, che è quello di essere gli artefici del vostro ridurvi, e vi mettete al centro anche di un operare divino che è solo nelle vostre menti.”
Donare l’amore passa attraverso lo scacco delle identità.
C’è veramente tanto su cui ruminare!
Sì, posso constatare quanto pensieri ed emozioni siano inconsistenti e, anche quando c’è un alto tasso di identificazione, prima o poi passano riportando i corpi in equilibrio.
Comprendo anche che l’amore è un gesto gratuito senza aspettative.