Se ancora ha un senso pregare

E quale può essere la mia preghiera, se ancora ha un senso pregare?
Come posso rivolgermi  a Te, se tu non sei una persona?
Come posso pregarti per chiederti qualcosa, quando già tutto tu mi dai prima che lo chieda?
Come posso pensare di capire qual’è il mio bene e quello domandare, quando il mio sguardo non va oltre le mie limitazioni ed il mio giudizio di conseguenza è così parziale?
Posso pregare solo di scusare la mia presunzione di sostituirmi a te nel sapere che cosa mi è necessario, senza considerare che solamente il vero bene è la vera mia necessità, non quella che credo tale.
La mia preghiera può essere solo un ringraziamento.
Debbo ringraziarti perché non mi ascolti, perché non fai la mia volontà, ma la tua.
La mia preghiera non può essere un contatto con te perché già io sono nel tuo seno in modo indivisibile, nonostante la mia incoscienza, e mai, per nessuna cosa che io faccia o senta, tu mi ripudi, mai l’esistenza che mi comunichi viene meno.
Se ciò a cui vado incontro lo debbo subire per il mio bene, fa che trovi la forza per subirlo anche se non ho la consapevolezza della sua necessità, ma se deve accadermi per stimolarmi a lottare e reagire perché non accada, fa che trovi la volontà e la determinazione che mi sono necessarie.
La mia preghiera può essere solo quella di rivolgermi a te per trovare, io o altri, la consapevolezza di una simile verità, perché in tale consapevolezza si spegne ogni affanno, ogni paura, ogni smarrimento, ogni solitudine e si trova ogni serenità, ogni certezza, ogni conforto, ogni pienezza.
Io sono in Te, parte della tua esistenza.

Cerchio Firenze 77, Kempis, La fonte preziosa, Edizioni Mediterranee, pagg. 316-317


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3 commenti su “Se ancora ha un senso pregare”

  1. Bellissima! Parole che risuonano come un canto. La gioia della resa “Debbo ringraziarti perché non mi ascolti, perché non fai la mia volontà, ma la tua” Mi viene voglia di portarla con me per tornare a leggerla nei momenti critici. Grazie

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  2. Bellissima “preghiera”
    Bellissime parole “io sono in te, parte delle tua esistenza”
    Quale altra consapevolezza può darci più gioia di questa……?

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  3. Viene un tempo in cui ciò che la mente chiama preghiera svanisce, con la rarefazione del soggetto che diceva “io”. Rimane un grande Silenzio, pienezza di Preghiera

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