“La vera causa della situazione sociale risiede in voi”. Krishnamurti, P.Jayakar (3)

Brano tratto e liberamente tradotto dal testo Krishnamurti: A Biography, di Pupul Jayakar

“La sera del 30 gennaio eravamo tutti riuniti intorno a lui (Krishnamurti) a casa di Ratansi Marariji. Achyut fu chiamato al telefono. Tornò pallido in volto. “Gandhi è stato assassinato” disse. Per un attimo, il tempo si fermò. K. era divenuto totalmente calmo. Sembrava consapevole di ognuno di noi e delle nostre reazioni. Un unico pensiero si levò fra noi: l’assassino era Hindu o Musulmano?” … “Le conseguenze che avrebbe comportato il fatto che l’assassino fosse musulmano erano chiare a tutti. Ci alzammo, in silenzio, e uno alla volta lasciammo la stanza.

La notizia che Gandhi era stato ucciso da un Brahmino di Poona spazzò la città; sommosse anti-brahmino scoppiarono a Poona. Si poteva sentire il sospiro di sollievo dei residenti musulmani. Ascoltammo la voce angosciata di Jawaharlal Nehru rivolgersi alla nazione. Il Paese sembrava paralizzato. L’impensabile era accaduto e, per un breve istante, uomini e donne indagarono il proprio cuore.

Il primo febbraio un pubblico ammutolito si ammassava per ascoltare il discorso di K. Gli fu rivolta una domanda difficile: “Quali sono le cause reali della morte prematura del Mahatma Gandhi?”

K. rispose, “Mi chiedo quale sia stata la vostra reazione nell’apprendere la notizia. Qual è stata la vostra reazione? Eravate coinvolti come per una perdita personale o come per un’indicazione sull’andamento degli eventi mondiali? Gli eventi mondiali non sono accidenti non correlati; essi sono collegati.
La vera causa della morte prematura di Gandhi risiede in voi. Ponendovi come gruppo, incoraggiate lo spirito di divisione – attraverso la proprietà, attraverso la casta, attraverso l’ideologia, attraverso il fatto di avere diverse religioni, sette, leader.
Quando vi definite Hindu, Musulmani, Parsi o Dio sa che altro questo induce a causare conflitto nel mondo. …
Nei discorsi che seguirono parlò dei problemi quotidiani che l’essere umano si trova di fronte – paura, rabbia, gelosia, la bieca ambizione del possesso… parlando delle relazioni come di uno specchio della scoperta di sé, usò l’esempio dei coniugi… rifiutò di discutere di astrazioni quali Dio o l’eternità finché la mente fosse stata un vortice di avidità, astio e gelosia… fu a quel tempo che una parte del suo pubblico iniziò ad avere la sensazione che non credesse in Dio”.

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