Il Cristo secondo il Cerchio Firenze 77/6: simboli dello squilibrio

Adamo, che come abbiamo già detto non significa l’uomo ma l’umanità, dopo essere stato cacciato dal Paradiso Terrestre, ebbe due figli, Caino e Abele. I figli di un’umanità degenerata, che era ricaduta fra le spire del serpente, non potevano essere equilibrati: si era aperto un nuovo ciclo e la nuova umanità doveva ascendere alla conquista del perduto paradiso.

Caino e Abele, due estremi, simbolo di un’umanità non equilibrata: il forte e il debole, il violento e il mite. Seguendo la vicenda troviamo l’inevitabile: il remissivo ucciso dal prepotente. In ognuno di noi vi è un Caino e un Abele, perché ciascuno di noi è ben lungi dall’intimo equilibrio. Non dobbiamo cacciare Caino, né ripudiare Abele.

Il regno dei cieli si conquista a viva forza, quando si è capaci di perdonare ogni violenza subita. È la forza che vince, ma è l’intelligenza che vince la forza. Vi è un uomo più forte di colui che uccide ed è colui che muore per non uccidere, chi muore per salvare.

Era un Dio o un vigliacco Colui che, schiaffeggiato, porse anche l’altra guancia? Che si lasciò crocifiggere fra due ladroni chiedendo pietà per i suoi crocefissori? Perché non mostrò la sua potenza fulminandoli? Il mondo avrebbe creduto, avrebbe riconosciuto la sua divinità. E invece è morto senza invocare giustizia, rassegnato, come accettasse la colpa che volevano attribuirgli.

Questa fu la sua vittoria. Credete forse che se Cristo non avesse fatto riporre la spada a Pietro ma, al contrario, avesse combattuto gli ebrei, oggi vi sarebbero cristiani sulla terra? No, combattere la violenza con la violenza non è distruggerla, ma forzarla a riprodursi. Fintanto che per una fede vi sono martiri, quella fede non si distrugge, ma si accresce e si espande.

I veri vittoriosi sono loro, i martiri, gli oppressi, essi soli non moriranno mai, mai resterà vano il loro sacrificio, ma saranno come il punto di appoggio di Archimede, necessario a sollevare il mondo, a volgerlo in loro favore.

Fonte: raccolta di brani sul Cristo del Cerchio Firenze 77 | Tutti i post del ciclo

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2 commenti su “Il Cristo secondo il Cerchio Firenze 77/6: simboli dello squilibrio”

  1. Sono d’accordo sull’ accettare che dentro ciascuno di noi c’è un Caino ed un Abele e i due aspetti vanno compresi e trasformati.
    Che il Cristo abbia ripudiato la violenza e parlato e testimoniato la mitezza ci parla della vibrazione di Amore che era venuto a portare sulla terra, incarnandosi.

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