Il ritirarsi della mente e l’avanzare del silenzio [vdc10]

Le basi della Via della conoscenza. Marina: Non è parlandovi della Coscienza che voi arriverete a comprendere chi siete, è invece parlandovi dell’amore che voi forse intuirete che cos’è la Coscienza, e come il salto parte dalla disponibilità a intendere l’amore, a seguire le indicazioni dell’amore in ciascuno di voi.

Dove questo amore non è quello che voi intendete ma è il ritirarsi della mente e l’avanzare del silenzio dentro il quale, pian piano, voi scoprite che ciò che non è amore è amore, che ciò che è amore diventa radice e che ciò che è radice è Coscienza.

Se voi poteste solo immaginare che cosa significa lasciare che la mente parli poco, che la mente faccia silenzio e che da quel silenzio scaturisca l’essenza che è in voi!
Non v’è maggiore prospettiva del ricondurvi al silenzio e nel silenzio scoprire che le parole sono sempre limitate, sono sempre duali, sono sempre sintomo di ciò che la vostra mente vuole ancora conservare, mantenere e alimentare.

Non certo le parole che voi dovete dire per vivere, ma le parole che la vostra mente continuamente vi dice per farvi intendere che voi siete così, che voi siete colà, che amate o non amate, che siete in evoluzione o non siete in evoluzione, che voi state conquistando qualcosa o che state perdendo qualcosa. Tutto questo è mente, tutto questo è falso, tutto questo è la vostra versione di ciò che è invece nient’altro che silenzio.

Nel silenzio ci si ancora all’un’unica affermazione che dice: non è importante ciò che voi lasciate o ciò che voi conquistate, ciò che voi guadagnate o ciò che voi perdete, è importante che tutto venga lasciato andare, tutto, anche le conquiste, anche ciò che più vi fa pensare di essere poco evoluti, tutto deve andare, tutto deve essere lasciato, e per far questo occorre che voi dimentichiate la vostra mente.

Ma dimenticare la vostra mente non è possibile finché voi vi attaccate ai pensieri di ciò che avreste potuto essere, di ciò che siete, di ciò che diventate. Lasciate che i pensieri corrano, lasciate che vadano.

Panta rei: lascia che vada, ma sii presente al flusso;
lascia che vada ma sii presente all’amore che non incontra i pensieri ma che li lascia andare.
Sii presente al flusso anche quando ti sembra che voglia attanagliarti, che voglia farti rimanere lì, dove sei sempre stato.
Anche a quel punto pensa che i pensieri vanno, e allora tu rientrerai nella dimensione in cui ogni cosa fluisce perché non c’è che un’unica visione, che è quella di essere lì, in attesa che succeda l’evento, quell’evento che non può essere esso stesso atteso.

Questo sarà l’ultimo ostacolo: l’attendere l’evento. L’amore non è sentimento, non è pensiero, non è moto dell’anima, ma è lasciare che tutto accada. Fonte

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3 commenti su “Il ritirarsi della mente e l’avanzare del silenzio [vdc10]”

  1. Osservare e lasciare andare.
    La mente dice, spiega, sentenzia.
    E la lasciamo sentenziare senza paura che ci ingabbi come bene poteva, un tempo, fare.
    Tutto è come può essere.
    E così danziamo.

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