L’incontro con il vuoto interiore [62G]

Sentendosi provocato dal contro-processo della via della Conoscenza, nell’uomo si alternano disagio e fascino e gli vengono sottolineati i rigidi parametri attraverso cui lui etichetta, classifica ed emette giudizi.

Allora si accorge che le maglie del suo sistema d’ordine sono troppo strette per permettergli di aprirsi allo stupore verso ciò che lo circonda, che inizia a bussare dentro di lui, e scopre anche la forza insita nel dubbio come spinta per alleggerirsi e per aprirsi a un mondo che non conosce, ma che lo attrae.

Il dubbio è motore per mettere in crisi i suoi concetti, che però vengono sostituiti con quelli che inizialmente, messi in campo dal contro-processo, gli apparivano assurdi e provocatori e che ora, invece, giudica affascinanti e più ‘adatti’ al suo cammino evolutivo.

Ma nel continuare a mettere in crisi i propri concetti, sostituendoli con altri ritenuti inizialmente paradossali, si crea un vuoto dentro l’uomo, perché lui ormai ha capito che altre provocazioni e altri paradossi continueranno a sottrargli tutti quei concetti su cui, incuriosito, si poserà. Il contro-processo, nel suo ripetersi, fa perdere fiducia nei processi della mente, e la sfiducia rende difficile ricreare un pieno dove si stanno formando tanti piccoli vuoti.

Stiamo dicendo che, con l’allargarsi delle maglie nei filtri della propria mente, si ripristina automaticamente un diverso sistema d’ordine che accoglie proprio quelle sollecitazioni che prima venivano escluse, poiché lo sguardo dell’uomo tende a rivolgersi principalmente verso ciò che lo affascina intorno a sé, e molto meno su di sé. Quel fascino fa rivolgere l’attenzione all’esterno, e quindi, contemporaneamente, diminuisce l’importanza data alla propria centralità.

Quella che vi stiamo raccontando è un’esperienza fatta di dubbi, di incanto, di disagio, di leggerezza, e quindi di sballottamento.

Perché l’uomo che, a tratti, incontra un vuoto interiore, lo vive come un piccolo tormento e come una frattura che si insinua fra lui e il ‘suo’ mondo. Quel vuoto è una possibile apertura al fascino per la semplicità di tutto ciò che non è mente, ed è una spinta alla ricerca di un profondo silenzio interiore.

Dove governa quel silenzio, non c’è spazio per le etichette, non c’è spazio per i giudizi, non c’è spazio per i confronti; quindi non si include e non si esclude. Perché i fatti accadono e, nella profondità di quella nuova visione, non parlano di voi, non parlano di loro, ma di ciò che sta oltre voi e oltre loro, che è un’onda che li porta prima a emergere e poi a sparire. È l’impermanenza.

In merito alla via della Conoscenza: quel che le voci dell’Oltre ci hanno portato non sono degli insegnamenti, non sono nuovi contenuti per le nostre menti, non sono concettualizzazioni da afferrare e utilizzare nel cammino interiore. Sono paradossi, sono provocazioni o sono fascinazioni, comunque sono negazioni dei nostri processi conoscitivi e concettuali.
Non hanno alcuno scopo: né di modificarci e né di farci evolvere. Creano semplicemente dei piccoli vuoti dentro il pieno della nostra mente. Ed è lì che la vita parla.

Per qualsiasi informazione e supporto potete scrivere ai curatori del libro: vocedellaquiete.vaiano@gmail.com
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Indice dei post estratti dal libro e pubblicati
Abbreviazioni: [P]=Prefazione. [V]=Vita. [G]=Gratuità. [A]=Amore.
Le varie facilitazioni di lettura: grassetto, citazione, divisione in brevi paragrafi sono opera del redattore: i corsivi sono invece presenti anche nell’originale.

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11 commenti su “L’incontro con il vuoto interiore [62G]”

  1. “Dove governa quel silenzio, non c’è spazio per le etichette, non c’è spazio per i giudizi, non c’è spazio per i confronti;”
    È un vuoto che da pienezza.

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  2. Dal pieno al vuoto, dal vuoto al pieno e poi di nuovo vuoto.
    Il dubbio apre al nuovo e si impara a non temere quel vuoto, anche se poi, tendiamo di nuovo a riempirlo.
    Ma nel mentre si crea uno spazio, uno sguardo nuovo ci apre allo stupore.
    Se siamo vuoti di noi, ci apriamo allo spazio interiore.

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  3. Quel vuoto spaventa!
    Poi impari a conoscerlo e a riconoscerlo ed anche a comprenderne il suo valore esistenziale.
    Così lo avverti sempre più compagno di viaggio.

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  4. I fatti non più sfigurati dall’interpretazione iniziano “a muoversi”, mostrando tutta la loro instabilità, non appropriabile dal sistema d’ordine della mente.

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  5. in queste parole si apre lo sguardo all’interiorità che sta manifestando nuovi modi di essere, “un diverso sistema d’ordine” che osservi quasi con stupore.

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