La Via del monaco non è un modello da imitare [vdm9]

La Via del monaco non è un modello da imitare è una condizione d’esistenza e un processo, uno stato d’Essere e di divenire.
Non si tratta di essere in un modo o in un altro, di essere coerenti con le scelte fatte e con quello che la Via del monaco chiede.

Non si tratta di tutto questo, ma di comprendere cosa significhi per sé la Via del monaco e di accettare di farci i conti, così come si fanno i conti con un interlocutore qualsiasi che, quasi sempre e senza sosta ci mette in scacco.

Non si tratta di dire: “Cerco di essere così”, ma di lasciarsi provocare, consolare, fare male, portare avanti, essere precipitato in un dirupo.

Anche il dire: “Cerco di essere così” è rassicurante, e invece quel che vi attende nella Via del monaco non ha niente di rassicurante, né di inquietante, né di consolante: è l’incontro con sé come fatto della vita, con lo sguardo sostenuto, senza abbassare gli occhi.

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9 commenti su “La Via del monaco non è un modello da imitare [vdm9]”

  1. La Via del Monaco è una condizione d’esistenza, un processo.
    Sono queste le parole del post che più mi interpellano. Non si tratta di dimostrare qualcosa a qualcuno, ma di svelarsi e e focalizzarsi ogni giorno sulle proprie intenzioni.

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  2. Quello che sperimento ogni giorno è la messa in scacco dell’identità.
    Osservare i fatti e non etichettarli, comporta necessariamente la marginalità dell’Io.
    Non considero l’io qualcosa da cui affrancarsi, perché incarnati siamo e la dimensione del divenire comporta un certo protagonismo, ma come esperienza da collocare in una dimensione più vasta, quella dell’Essere. Esperienza non sperimentsbile se velata ancora dai trastulli consolatori che l’io persegue.
    Soltanto con il costante esercizio del dubbio, che spesso sembra creare instabilità, credo sia possibile perseguire il Reale.

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  3. “Comprendere cosa significa per se la via del monaco”

    Tema cruciale, quesito aperto o meglio spalancato!

    Una canzone diceva: lo scopriremo solo vivendo…

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  4. Mi viene da dire che la Via del Monaco è “banale”. Intendo dire che non è eccitante, non è eclatante, non appaga e non consola, ma neanche umilia o disattende, in quanto anche “essere umiliati” e “disattesi” implica l’identificarsi in un ruolo.
    Non è nulla di tutto ciò, ma allo stesso tempo è lo sguardo su tutto ciò, sulla vita come fatto.

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  5. Se in questo testo proviamo a sostituire Vita con via del Monaco si evidenziano sostanziali coincidenze.
    Forse quello che cambia è il modello da perseguire?

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  6. È l’incontro con sé come fatto della vita.
    Lasciare che la vita scorra e osservarla nel suo scorrere senza che ci lasciamo “coinvolgere o avviluppare da essa”?
    Nel fatto che accade scopriamo noi stessi e l’Essere che vibra in noi.

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