L’intelligenza dell’asino ed il tarlo

“A passeggio pesto una bottiglia di plastica e penso a quanto possa essere incivile una società. Comunque la supero e, lasciandomela alle spalle, mi sento come l’asino che tu hai descritto sabato al nostro incontro, così sono tornato, l’ho raccolta e sistemata nel cassonetto della plastica.
Ho compreso ciò che volevi insegnarci con la descrizione dell’intelligenza sottile dell’asino, ho sorriso e mi sono sentito bene nel compiere quel gesto e nel comprendere che, in fondo, non sono tanto diverso da coloro che tanto critico”.
Questo è il testo di un sms che ieri sera Mauro, del gruppo di approfondimento di Ancona, mi ha mandato.
Che cos’è l’intelligenza sottile dell’asino? La capacita di compiere analisi sofisticate, lucidamente critiche senza che ad esse segua una azione coerente, un mettersi radicalmente in discussione sul piano personale, indagando innanzitutto la propria responsabilità personale prima di additare quella dell’altro.
Il lavoro che noi facciamo, il Sentiero contemplativo, sono tali che una volta che hai compreso non puoi più metterti nella casella della vittima, né puoi additare alcun carnefice.
Tutte le possibilità di considerarti vittima ti vengono tolte e da questo gioco di sottrazione emerge chiaramente, indiscutibilmente, quella che noi chiamiamo “la dimensione soggettiva della realtà e della responsabilità”, la consapevolezza del film personale, la comprensione che la vita che viviamo è la vita che ci permettiamo di vivere.
Questo lavoro, il Sentiero nella sua azione profonda, opera come un tarlo: scava la vecchia concezione di sé e della vita e lascia che se ne insinui una matura, adulta, responsabile, basata sulla conoscenza dell’essere della vita. Il tarlo toglie il vecchio vittimismo e lascia affiorare l’osare, la lucida consapevolezza che la vita, la nostra vita individuale e collettiva, viene creata dal nostro sentire ed è il terreno, il teatro, su cui questo impara e si amplia.

Print Friendly, PDF & Email

1 commento su “L’intelligenza dell’asino ed il tarlo”

  1. …la comprensione che la vita che viviamo è la vita che ci permettiamo di vivere…oppure…la comprensione che la vita che viviamo è l’unica possibile per il grado di coscienza che abbiamo raggiunto.
    Gioco della comunità enigmistica: trova le assonanze e le differenze in queste due frasi. Tra i partecipanti che invieranno le proprie risposte esatte verrà estratta a sorte una settimana gratis per due nel metrò di Cadorna.

    Mi pare che “ci permettiamo” implichi sfumature sottili sottili. Quando parliamo di atteggiamento pigro? Che cos’è l’ignavia? Che cos’è il libero arbitrio?

    Rispondi

Lascia un commento