Se un dono d’amore è casuale, che dono è? [74A]

Pensateci, non è proprio così che voi vedete l’amore! Però questo vi spiega perché il dono vi parla sempre di qualcosa che è andato storto rispetto al vostro desiderio di donare, perché risulta proprio differente dal vostro progetto; e quello che alla fine valutate non è l’amore progettato ma è quello realizzato.

Questo perché è proprio nell’amore, che si concretizza nell’azione del dono, che voi incontrate l’altro, mentre nel progettarlo siete distanti dall’altro, e nell’amore solo pensato vi isolate proprio. Non stiamo escludendo che il pensiero abbia un suo ruolo nel farsi dell’azione-dono, però entra in modo diverso da come vi immaginate.

Quindi, l’amore si esprime nell’azione che incontra l’imprevedibilità dell’altro, ed ha come effetto quello di rendere voi stessi imprevedibili, poiché, nell’incontrare l’imprevedibilità dell’altro non sapete perlopiù come rispondere, non avendo potuto prevedere in anticipo quale tipo di risposta avreste incontrato.

Se il dono è parecchio distante da quello che avevate progettato, questo vi porta a non riuscire neppure più a riconoscere il dono che state facendo, non perché nella pratica vi consideriate inadeguati rispetto a quello che avreste voluto donare, ma perché c’è un’azione che incontra un’altra azione che è indispensabile alla realizzazione del dono.

Può esserci anche un’inadeguatezza, ma non rientra nel nostro discorso. Ecco perché, quando pensate di essere i protagonisti del donare concretamente amore, venite sistematicamente messi in scacco dall’azione nel suo svolgersi e dall’azione dell’altro, che si coniugano insieme, associando ambedue le imprevedibilità. E quindi quel dono si mostrerà sempre una delusione, in quanto non corrisponde al progetto che avevate in testa.

Fare un passo indietro rispetto alle intenzioni che caricate sul dono può portarvi a concludere che le vostre previsioni sono sempre distanti dalla realtà, che di volta in volta può anche apparirvi nobile oppure becera, ma che vi testimonia che nel dono è sempre protagonista l’imprevedibilità.

Perché un dono non sorge da una predeterminazione, come vorreste, ma sempre da una casualità, che è il termine che l’umano utilizza quando non può attribuirsi un’azione, ma nemmeno riesce a capirne il perché e da dove mai provenga. È casualità il tipo di dono che offrite, dopo averlo progettato nella vostra mente; però è anche dal comportamento dell’altro, in risposta, che vi ritorna comunque un’imprevedibilità.

Pensate a quanto vi risulta inconcepibile considerare il dono come frutto della casualità e dell’imprevedibilità; questo ai vostri occhi inibisce proprio il concetto di dono e vi fa esclamare: “Se un dono è casuale, che dono è? Chi ne è l’autore?”.

La via della Conoscenza nega che sia riconducibile a voi, come artefici del dono, e quindi non è nemmeno ricollegabile al vostro percorso evolutivo, che si realizza sulla base dell’amore che siete in grado di donare all’altro. È proprio questa la declinazione dell’amore che vi presenteremo, e oggi abbiamo portato solo una prima provocazione alle vostre menti.

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In merito alla via della Conoscenza: quel che le voci dell’Oltre ci hanno portato non sono degli insegnamenti, non sono nuovi contenuti per le nostre menti, non sono concettualizzazioni da afferrare e utilizzare nel cammino interiore. Sono paradossi, sono provocazioni o sono fascinazioni, comunque sono negazioni dei nostri processi conoscitivi e concettuali.
Non hanno alcuno scopo: né di modificarci e né di farci evolvere. Creano semplicemente dei piccoli vuoti dentro il pieno della nostra mente. Ed è lì che la vita parla.

Per qualsiasi informazione e supporto potete scrivere ai curatori del libro: vocedellaquiete.vaiano@gmail.com
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Indice dei post estratti dal libro e pubblicati
Abbreviazioni: [P]=Prefazione. [V]=Vita. [G]=Gratuità. [A]=Amore.
Le varie facilitazioni di lettura: grassetto, citazione, divisione in brevi paragrafi sono opera del redattore: i corsivi sono invece presenti anche nell’originale.

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5 commenti su “Se un dono d’amore è casuale, che dono è? [74A]”

  1. Nella casualità e nell’imprevedibilita si libera l’amore, e si manifesta l’ingombro che limita quel dono.
    L’ascolto e l’osservazione di ciò che sorge, di fronte a quell’imprevedibilita, è utile bussola per cogliere il simbolo dell’accadere, per andare da ego ad Amore.

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  2. E’ l’imprevedibilita dell’altro che libera il dono: permette cioè l’esternazione di ciò che si è, il gesto possibile che il sentire permette.
    Ecco che quella manifestazione diventa dono

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  3. “Se il dono è parecchio distante da quello che avevate progettato, questo vi porta a non riuscire neppure più a riconoscere il dono che state facendo”.

    Quante volte compiamo azioni o pronunciamo discorsi o formuliamo pensieri e ci meravigliamo di questo fatto, detto o pensato, come non fosse riconducibile a noi?

    Quello è il dono autentico, pura gratuità.
    Ogni volta che affermiamo l’ho fatto. L’ho detto, l’ho pensato e basta, senza poterne spiegare il perché allora siamo stati strumento d’Amore.

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  4. Essere messi in scacco, sempre e comunque.
    Tutto ciò che ci identifica è illusorio. L’imprevedibilita’ lo conferma.
    Avere la capacità di sorprendersi, forse ridimensiona la nostra pretesa.

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