Lo sguardo simultaneo richiede prontezza, presenza, alta reattività

Lo sguardo simultaneo è la capacità di tenere assieme Essere e divenire nella esperienza e nella interpretazione dei fatti. Nell’Essere i fatti sono ciò-che-sono, sorgono e scompaiono; nel divenire hanno sovente una causa e un fine.

Lo sguardo simultaneo è atto di duplice consapevolezza:
– sento l’Essere;
– so interpretare il divenire.

Ma se non sono pronto, se non sono presente, se la mia reattività è bassa?
Non c’è simultaneità, c’è l’uno o l’altro sguardo.
Posso essere intorpidito nella neutralità che mi rende un estraneo al vivere, o posso essere immerso in una identificazione.

Ecco che il coltivare la prontezza, la presenza, la reattività diviene prioritario in una via spirituale.
Naturalmente ciascuno lo farà secondo i propri mezzi e le proprie disponibilità caratteriali: ciò che io considero prontezza a te può farti sorridere.

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9 commenti su “Lo sguardo simultaneo richiede prontezza, presenza, alta reattività”

  1. “Lo sguardo simultaneo è atto di duplice consapevolezza:
    – sento l’Essere;
    – so interpretare il divenire.”
    È emozionante!
    È corretto attribuire all’identità la capacità di saper interpretare il divenire?
    Grazie!

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    • A Luana
      Non essendo l’identità qualcosa di disgiunto dal sentire, direi che l’interpretazione dei fatti è opera unitaria, ora con limiti più stringenti imposti dal non compreso, ora con un respiro più ampio dettato dal compreso.

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  2. Colpisce: “posso essere intorpidito nella neutralità che mi rende un estraneo al vivere. ”
    È questo uno stato che ben conosco, in cui spesso mi ritrovo.
    Anche prontezza e reattività si presentano ma hanno maggiormente bisogno di essere coltivate con più assidua dedizione

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  3. Prontezza, presenza, reattività mi fanno pensare alla disciplina, di cui avevi parlato in un vecchio post. Riconosco che è così.
    Ritorna qui a mio avviso l’espressione CCE (centro di Coscienza e d’Espressione): se abbiamo compreso di essere ciò allora accediamo anche alla contemporaneità di Essere e divenire. Direi che qui entra in gioco la disciplina affinché quella comprensioni diventi “effettiva”, diventi carne.
    Il resto funziona come on ogni sport: una volta che hai compreso le regole tutto si base sull’allenamento.

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  4. Vivere al contempo le identificazioni e al tempo stesso osservarle con il sorriso accennato che sorge quando le vedi. L’dentificazione viene compresa in un sentire più vasto e inclusivo dove esiste ma non prende nessuno al guinzaglio.
    Questo vivo, non c’è uno o l’altro. Esistono tutti e due e tutti e due posso sentire.
    L’identità che si ferisce e uno sguardo dove non esiste la ferita ed entrambi gli sguardi vengono vissuti e accolti.

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  5. L’esercizio più o meno costante ad osservarsi, il richiamo alla presenza proposto ad ogni occasione, lo sprono alla simultaneita’ di sguardo.
    Tutto concorre affinché si sia sempre più vigili e consapevoli.
    Nel tempo ne posso riconoscere alcuni effetti.

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  6. Riconosco di guardare ora l’uno ora l’altro aspetto, o l’Essere o il divenire. La prontezza della simultaneità è un dato non ancora acquisito

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