La “via del monaco” nel Sentiero contemplativo

La Via del monaco e la Comunità monastica diffusa in formato stampabile.

Per un quarto di secolo il Sentiero ha cercato di essere uno strumento per chi volesse andare incontro a se stesso nella pratica della conoscenza, della consapevolezza, della comprensione.
Dagli inizi del 2016 il Sentiero ha cessato di essere un riferimento per i ricercatori dell’interiore in genere e si è dedicato all’approfondimento della via interiore con quelle persone che nel tempo erano rimaste dedite al suo paradigma e alla sua pratica.
Dopo quasi due anni di approfondimenti, di verifiche, di macerazioni e di chiarificazioni interiori dei suoi membri, oggi il Sentiero è pronto per assumere la forma che fin dall’inizio perseguiva: divenire la via del monaco,
la via di colui che dedica la propria esistenza al processo di unificazione interiore nella conoscenza e nella consapevolezza di sé e la persegue nel giusto equilibrio tra solitudine e relazione, tra responsabilità personale e responsabilità condivisa.
La fine del 2017 e l’inizio del 2018 vedono dunque realizzarsi questa metamorfosi: l’organismo comunitario che sorgerà sarà il corpo di coscienze che pongono la via interiore, e nello specifico il Sentiero contemplativo, nella stessa centralità che hanno la famiglia, gli affetti, i processi esistenziali di ciascuno.
 

La via del monaco

1- Il monaco è colui che ricerca l’unificazione interiore e ad essa decide di dedicare la vita, consapevole che la famiglia, il lavoro, i legami altro non sono che opportunità e ambiti in cui la separazione viene testimoniata e l’unificazione perseguita.
 
2- Il monaco è consapevole che la sua unificazione interiore è il frutto delle comprensioni che si sedimentano nel sentire e che, giorno dopo giorno, lo rendono nuovo, capace di vivere e di interagire con il reale sempre meno condizionato dal suo egoismo e dalla sua paura.
 
3- Il monaco è consapevole che il cammino di unificazione si realizza grazie alla relazione con l’altro da sé senza il quale nulla verrebbe svelato, messo in scacco, condotto a conoscenza e consapevolezza prima, e a comprensione poi.
 
4- Il monaco è capace di vivere il mondo come immensa opportunità di conoscenza e di consapevolezza e di ritrarsi in solitudine per lasciare che i processi sedimentino, che gli stimoli si attutiscano, che lo spazio dello stare e dell’essere prenda corpo e si affermi.
a- Il monaco sa alternare il fare con lo stare; l’offrirsi con il ritrarsi; il servire con il fare un passo indietro: realizza questo ritmo all’interno di ogni giornata, di ogni settimana, di ogni mese e di ogni anno.
b- Il monaco vive nel mondo e sa appartarsi da esso nei tempi e con le modalità che gli permettono di mantener fede agli impegni presi, di accudire alle persone care e, nel contempo, di dedicarsi all’opera interiore sua.
 
5- Il monaco impara a conoscersi, a divenire consapevole, a comprendere nella sua famiglia e nel suo lavoro; allo stesso tempo, simultaneamente, pratica la non identificazione, la disconnessione, il non attaccamento, la consapevolezza dell’impermanenza e della illusorietà del reale.
 
6- Il monaco sa che il mondo attorno a lui è la sua officina esistenziale e che esso è creato dal suo sentire per i fini evolutivi che ha la necessità di perseguire.
 
7- Il monaco conosce l’illusorietà del divenire ed è ben consapevole che nulla diviene perché tutto-è e tutto testimonia l’Essere-che-è: egli è capace di tenere assieme le logiche del divenire con quelle dell’essere, nei fotogrammi del divenire scorge, vive e contempla la profondità senza tempo dell’Essere.
 
8- Il monaco coltiva senza fine la simultaneità di divenire ed essere: vive consapevolmente l’illusorietà dei fatti e dei tempi e sa che non può, e dunque non vuole, sottrarsi al suo compito incarnativo ed esistenziale che solo nel divenire può realizzarsi; allo stesso tempo coltiva senza sosta ciò che precede il divenire, ciò che lo crea e lo sostanzia, l’Essere.
a- L’Essere egli contempla e lascia che affiori nelle maglie del tempo e del suo scorrere.
b- All’Essere egli rivolge la sua attenzione ogni volta che disconnette.
c- Sull’Essere egli appoggia ogni movimento della sua consapevolezza.
d- Oltre il divenire, il monaco sperimenta la radice di ogni esistenza, di ogni persona e di ogni processo nello stare, nel risiedere, nel contemplare.
 
9- Il monaco vive l’unità interiore tra divenire ed essere perché del divenire conosce e sperimenta la radice, l’Essere.
a- Conoscendo l’Essere, la sua esperienza del divenire non è mai frammentata, o frantumata, o duale ma appare e si configura sempre come esperienza unitaria.
b- Il monaco vive il divenire come sostanza dell’Essere ed è consapevole dell’una dimensione come dell’altra perché, cogliendo e contemplando l’intima realtà dei fenomeni, assiste allo svelarsi della loro natura autentica, di ciò che li costituisce.
c- Cosi facendo e sperimentando, egli supera ogni nozione di duale e risiede nell’indifferenziato Essere che contiene ogni forma di divenire.
 
10- Questa è la via del monaco così come può essere concepita nel Sentiero contemplativo: ciò che è stato descritto è frutto di processi conosciuti e consolidati in chi ha già percorso questa via.
a- Nel Sentiero ciascuno realizza quelle condizioni prefigurate così come gli è dato dal sentire conseguito, senza darsi obbiettivi più grandi delle proprie possibilità ma, sempre, avendo come orizzonte il passo presente che apre su quello successivo, ovvero sulla comprensione che è in formazione, che va sorgendo e che richiede tutta la dedizione, la consapevolezza e l’impegno necessari e possibili.
 
11- Il monaco procede nella comunione dei sentire con gli altri monaci, con tutti coloro che in tutti i tempi e a tutte le latitudini hanno cercato l’unità dell’essere, e con tutti gli esseri che, consapevoli o inconsapevoli, realizzano l’unità fondamentale semplicemente vivendo.
 
12- Il monaco procede nella comunione dei sentire con gli altri monaci del Sentiero e con essi realizza i momenti di condivisione necessari a consolidare, rafforzare, nutrire il cammino comune sostenuto dal paradigma condiviso, dalla comunione di intenti, dalla fraternità edificata nel tempo attraverso le esperienze di comunione e di condivisione. OE26.9

Chi desidera approfondire la via del monaco legga la sezione del sito denominata Nuovo monachesimo.


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15 commenti su “La “via del monaco” nel Sentiero contemplativo”

  1. “Nel Sentiero ciascuno realizza quelle condizioni prefigurate così come gli è dato dal sentire conseguito, senza darsi obbiettivi più grandi delle proprie possibilità ma, sempre, avendo come orizzonte il passo presente che apre su quello successivo…”
    Le condizioni prefigurate sono sufficientemente chiare, a livello di conoscenza, altrimenti vi sarebbe un senso di instabilità e di disagio interiore. Lunga è invece la strada per l’affermarsi delle comprensioni esposte, senza considerare che arrivati ad un certo livello nuovi orizzonti si prefigureranno

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