Caro Hawking, non scompariremo così presto

Dice il fisico Stephen Hawking che siamo destinati all’estinzione nell’arco dei prossimi 1000-10.000 anni per mano nostra e delle tecnologie che useremo in modo distruttivo.
Direi che un essere così stupido come l’uomo è quello che si merita, ma credo che le cose non stiano così come dice Hawking: a me sembra che il destino del pianeta, e della vita su di esso, non sia nelle mani dell’umano, né in quelle delle coscienze degli umani.
L’uomo e la sua coscienza sono come il cieco guidato dal cieco: coscienze con sentire limitati, generano identità limitate le quali per imparare ed ampliare la conoscenza, la consapevolezza, la comprensione sperimentano tutte le situazioni di base: dall’uccidere allo stuprare, al rubare, al devastare. La lista è lunghissima.
Se volete comprendere queste affermazioni, leggete per favore i libri del Cerchio Firenze 77: il risveglio spirituale dell’umanità, di cui parlano certe correnti di pensiero, è in realtà la conseguenza dell’evoluzione del bruto che, volente o nolente, impara attraverso le proprie nefandezze.
L’assassino impara a non uccidere uccidendo ed essendo ucciso; lo stupratore a non stuprare, stuprando ed essendo stuprato; l’inquinatore a non inquinare sperimentando personalmente le conseguenze del suo gesto.
Il mondo non è destinato all’autodistruzione per una ragione che a me sembra piuttosto semplice: perché non è nelle mani né delle coscienze, né in quelle degli umani da quelle coscienze generati, ma risponde a leggi evolutive ben precise e a intenzioni di ben altra e più ampia natura.
E’, in ultima analisi, la vibrazione prima che tiene le fila dei processi di trasformazione del pianeta e lo accompagna nella sua evoluzione: le devastazioni che l’umano produce tornano a lui come karma (inevitabilmente doloroso vista la natura delle cause che vengono mosse), come opportunità di comprensione, ma non mettono in pericolo la possibilità di sperimentare esistenzialmente su questo pianeta/officina.
E’ evidente che stanno verificandosi cambiamenti epocali, quello dell’innalzamento delle temperature ad esempio, ma è anche evidente che coloro che si incarnano e si incarneranno avranno veicoli adeguati alle nuove condizioni che, per loro, saranno le migliori condizioni possibili per realizzare le comprensioni necessarie.
Finirà il pianeta? Certamente, ma credo che ancora per un centinaio di migliaia di anni questo bipede senza piume farà qui le sue esperienze.
Spero che tutte le altre creature, che debbono sopportarci e subire le nostre angherie, possano aver pazienza fino ad allora.


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1 commento su “Caro Hawking, non scompariremo così presto”

  1. Ancora non ho letto i libri del cerchio ma ho sempre pensato la stessa cosa che hai scritto oggi il mondo non finora’ cosi presto.probabilmente subira’ qualche devastazione causata dagli umani ma credo anche nel la capacita’ del nostro pianeta di rigenerarsi come fa il nostro corpo fisico quando subisce un trauma ho fede. Nell’ Assoluto e nelle sue Leggi .

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