La struttura della terra, della persona, della vita, del cammino interiore

Sono giorni di vanga, di forca per la precisione. Quando il terreno dell’orto non è bagnato, e accade di rado, cerco di vangarlo per arieggiarlo e per far sì che l’acqua possa penetrare in profondità. Nella foto vedete la struttura di un terreno argilloso, la parte superiore più porosa e vitale, quella inferiore più compatta e portante.
Le persone, le loro vite, il cammino interiore non sono diversi: tutti hanno struttura, e se non l’hanno è bene che la formino; tutti hanno necessità di arieggiare e di lasciare che i vissuti penetrino in profondità attraverso il processo di conoscenza-consapevolezza-comprensione.
Vivere è come il processo del vangare: si rompe un equilibrio consolidato, si introducono fattori ed elementi nuovi, si sedimenta attraverso i processi, si forma nuova struttura che sarà stabile per un po’ di tempo finché le radici di una pianta, l’azione di una talpa, ed infine una nuova vangatura non la modificheranno.
La vanga è assimilabile alla crisi, alle innumerevoli crisi che accompagnano il nostro cammino esistenziale: il ciclo stabilità-crisi-nuova stabilità è la struttura portante delle nostre vite, il modo attraverso il quale impariamo.
Non esistono solo crisi e non esiste solo stabilità: la vita è processo, il vivere la capacità di sprofondare in esso leggendone il portato simbolico ed imparando ciò che è necessario alla trasformazione del sentire personale.


 

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1 commento su “La struttura della terra, della persona, della vita, del cammino interiore”

  1. Se una persona fa resistenza al passaggio dei prori vissuti, ostacolando la loro penetrazione in profondità, mi viene da pensare che si ha paura della trasformazione perchè con essa si perdono alcune sicurezze consolidate e pur acquisendone delle nuove si passa attrverso una fase di instabilità che può far paura e quindi si crea resistenza.
    Mi chiedo, c’è una “leva” un imput, quale comportamento si può adottare che pssa fungere da stimolatore affinchè si abbandoni la rigidità e ci si lasci modificare, trasformare dalle esperienze e nuove consapevolezze vissute?

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