L’evoluzione della forma del vivente: dal minerale all’umano

Il processo evolutivo continua in questo modo fino a quando l’individualità non è pronta per arrivare alle incarnazioni umane.
Tutto questo significa che se si uccide una zanzara (o un qualsiasi altro animale inferiore) – a parte il fatto che quel tipo di morte era previsto nel Piano – non si fa altro che interrompere in parte l’esperienza di quella individualità, così pure accade per la pianta che viene abbattuta o che muore per gli agenti atmosferici. Quando questo esperire viene interrotto momentaneamente, l’individualità (totalmente inconsapevole) si ritira nel piano akasico dal quale viene poi riproiettata verso nuove esperienze necessarie alla sua evoluzione. Nulla di differente quindi da quello che è il cammino dell’uomo. Vito

Voi sapete, fratelli miei, che esiste l’evoluzione spirituale, per lo meno guardando dal vostro punto di vista legato al concetto dello scorrere del tempo, ma quanti di voi hanno mai pensato che vi siano altre forme di evoluzione, oltre a quella dello spirito?
Non dico che non lo sappiate ma, forse, questa conoscenza è così comune e istintiva che – proprio per queste sue qualità – tende a passare inosservata o, per lo meno, ad essere osservata con scarsa attenzione.
Ad esempio la cosiddetta «evoluzione della forma». Prendete un essere umano: che la forma di ogni individuo cambia grandemente nel corso della sua vita (senza dover andare a cercare l’ausilio di particolari cognizioni scientifiche che si possono sapere perché dette da altri ma, di solito, non verificabili personalmente) ad esempio che le cellule del corpo umano si rinnovano completamente dopo un certo numero di anni cosicché, a rigor di logica, è come se si fosse formato un corpo nuovo. Fermiamoci a tre momenti del corpo di un uomo: l’infanzia, la maturità e la vecchiaia. E’ evidente che la forma dell’individuo che stiamo osservando è cambiata nel tempo, si è evoluta in qualche direzione. Insomma: non è più la stessa.
Ma andiamo un poco oltre a quanto abbiamo appena detto ponendoci ancora una domanda: che necessità ha il corpo dell’essere umano di mutare nel tempo? Supponendo, come in buona parte è, che sia il cervello – ancorché mosso dallo «spirito» – ad attivare certe funzioni dell’individuo, non sarebbe stato più semplice creare un corpo già adatto, fin dall’inizio, ad esprimere ogni possibile funzionalità umana?
Naturalmente, amici miei, mi sto servendo di un ragionamento assurdo per molti versi, ma l’importante è cercare di farvi capire ciò a cui voglio arrivare!
Ritornando al nostro discorso, il corpo dell’uomo deve necessariamente cambiare in continuazione, deve evolversi nel tempo con questo suo continuo cambiamento di forma per soddisfare alle molteplici possibilità di espressione dello spirito che in quel corpo sta facendo esperienza; deve, cioè, essere pronto a funzionare in modo adeguato alle necessità espressive dello spirito che lo anima perché non deve né può accadere che lo spirito usi un corpo che non gli permetta di esprimere al meglio possibile per lui le sue potenzialità evolutive. Andrea

Potete capire da soli, a questo punto, che quanto ha prospettato in modo limitativo Andrea può venire tranquillamente esteso in senso più generale, e comprensivo non di un singolo momento dell’evoluzione (cioè la «forma uomo») bensì a tutti gli elementi riguardanti l’evoluzione di ogni individuo.
Abbiamo accennato più volte al fatto che l’evoluzione, così come voi potete concepirla osservandola dal punto di vista della consequenzialità fisica, procede dalla forma minerale a quella vegetale a quella animale per arrivare, infine, a quella umana… fermiamoci a questa, per il momento, per non andare troppo oltre.
In termini semplicistici e certamente imprecisi, ma tali che possano da voi essere meglio compresi, vediamo un attimo di chiarire come avviene l’evoluzione.
Come ha sottolineato indirettamente l’amico Andrea non è lecito considerare il solo aspetto dell’evoluzione dello spirito per comprendere appieno l’evoluzione, ma la si deve inquadrare dal punto di vista parallelo dello spirito e della materia.
Ricorderete senza dubbio che abbiamo sottolineato più volte che spirito e materia non sono scissi, contrapposti ma costituiscono, invece, due aspetti diversi della stessa realtà. Bene, creature, è proprio esaminando l’evoluzione che ciò appare con maggiore evidenza come vero.
Immaginate – per avere un appoggio mentale figurato – una piccola scintilla appartenente al Tutto che stia per incominciare il suo cammino di distacco dal Tutto e di immersione, a più riprese, nella materia fisica per ritornare, infine, in seno a Colui che Tutto È senza, per il momento, ricordarvi che tutto questo «staccarsi», questo «immergersi nella materia» e questo «ritorno al Tutto» sono solo delle illusioni.

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