La gratitudine per ogni fatto ed ogni situazione

Dice Nadia commentando il post Niente più dell’ordinario ci interroga e ci insegna: A volte ho l’impressione che ciò che sto vivendo sia una grande concessione, un regalo, un dono troppo grande per me. Non riesco sempre a riportarmi sulla questione che ciò che sto vivendo sia invece generato dalla mia coscienza e niente altro che il mio pane quotidiano. 

1- Dal divenire sorge l’esperienza dell’imparare, del comprendere.
Questo è il pane quotidiano: nel divenire siamo e nel divenire viviamo la trasformazione da un sentire limitato ad uno più vasto e, se non viviamo pienamente e intensamente, trasciniamo i processi e con essi il dolore, o la fatica che si portano appresso.
Vivere pienamente e intensamente, questa è un’espressione molto equivocata dalle identità che ritengono significhi vivere con un alto tasso di eccitazione mentale ed emozionale.
Non è così: l’eccitazione è figlia dell’identificazione e madre di altra eccitazione e non produce nulla che abbia sostanza nel tempo, è l’effimero per antonomasia.

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Una vita, una esperienza e delle parole piene di senso

Vi proponiamo un’intervista di Luciano Costa ad Enrico Ghidoni, l’uomo-che-cammina: una vita feconda, esperienze vissute senza risparmio, parole che dicono della vita così com’è nel momento in cui non è oscurata dalla narrazione di sé, dalle pretese e dal velo della mente.

Non è che da quelle parti ha sentito la presenza di un Dio grande e sconosciuto?
«L’ho avvertita; ho sentito la presenza di quel Dio grande e misericordioso che il vangelo racconta e propone e mi ha aiutato a comprendere lo scorrere del tempo. Quel buon Dio l’ho cercato insistentemente… Poi l’ho trovato nel mezzo di delusioni, dentro la felicità suggerita dall’immensità del silenzio e anche nelle amarezze di cui la vita è sempre condita».

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L’infinita profondità dei fatti

Dal vangelo di Tommaso : 5. Gesù disse: – Conosci ciò che ti sta davanti, e ciò che ti è nascosto ti verrà rivelato; poiché non vi è nulla di nascosto che non venga un giorno rivelato¹.
1- Clemente Alessandrino insegnava che il primo grado della conoscenza è ammirare le cose che abbiamo davanti Stromata 2, 45 e nelle Kephalaia manichee leggiamo: «Il Salvatore ha detto ai suoi discepoli: “Conoscete quanto si trova davanti alla vostra faccia e vi sarà rivelato ciò che vi è nascosto”» Anche Pap. Oss., 654, riprende il testo nei seguenti termini: «Gesù dice: “Tutto ciò che non è davanti ai tuoi occhi e quanto ti è occulto ti sarà rivelato. Non c’è, infatti, cosa celata che non divenga manifesta, né cosa sepolta che non venga risuscitata”».
Traduzione e commento M. Craveri, I vangeli apocrifi, Einaudi.

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