L’adulto della Via, il monaco

Adulto della/nella Via è, a mio parere, colui/colei che realizza la sua esperienza incarnativa saldamente ancorato alla ricchezza formativa dell’esperire nel divenire, e altrettanto radicalmente è aderente alla consapevolezza e alla comprensione d’Essere uno e indivisibile dal Principio-che-tutto-è.

Definisco questo adulto come monaco: colui/colei che realizza l’unità interiore attraverso l’esperienza della vita feriale.
Nella mia visione il monaco non ha niente a che fare con la religione, ha invece tutto a che fare con il perseguire con grande determinazione il compito esistenziale che, in una stagione delle molte che gli è dato sperimentare, si presenta a lui, gli impedisce di volgersi altrove e, a differenza del passato, non gli sussurra più la strada, ma su di essa lo colloca e lo invita perentoriamente a perseguirla.

Dunque il monaco non è colui che sceglie, ma colui che è scelto: il sentire conseguito gli impone il cammino: quello lui è, e quello deve divenire anche nella forma, nel dispiegarsi del sentire nel tempo.

Il fuoco interiore della fede brucia il legno del monaco affinché egli sia Fuoco, non altro.
(Qui il termine fede non va inteso nel suo significato religioso, ma in quello squisitamente spirituale: ogni tracciato esistenziale, ogni esperienza vitale altro non è che espressione dell’Uno, il quale, senza fine, plasma quella esperienza e quella espressione affinché esprima la natura autentica che la costituisce).

Il legno del monaco arde grazie al contatto con il legno di altri monaci e con la relazione con tutto il legno-dell’Uno, in generale.
Il fuoco dell’esistenza autentica si manifesta nel procedere assieme di tutti gli esseri, di qualunque grado evolutivo essi siano.

Il monaco trova particolare stimolo, sostegno e conforto nella relazione con la comunità dei monaci.

Il Sentiero contemplativo è un cammino monastico per i senza-religione.
I monaci che si riconoscono in questo procedere coltivano il rispetto reciproco, la sollecitudine fraterna, il servizio al fratello e alla sorella e accudiscono l’organismo d’insieme “come fosse i loro occhi”, consapevoli che nessuno può procedere senza l’incontro con l’altro.

Il monaco è un adulto della Via, non un infante:
– è autonomo nella visione e nelle scelte;
– è responsabile e sa tenere assieme il bene per sé e quello per l’altro da sé;
– è sollecito nel preoccuparsi e nel provvedere, non ha bisogno di essere invitato, né tanto meno sollecitato;
– è capace di nutrire il proprio procedere esistenziale e di offrire cibo esistenziale e spirituale ai suoi fratelli e sorelle;
– sa mangiare il pane esistenziale che gli viene fornito, non si lamenta quando è duro, non si eccita quando è appetitoso: sempre ringrazia e valorizza il contributo che l’altro apporta alla sua vita interiore.

Il Sentiero vive una stagione di profonda trasformazione, la Via del monaco attende ogni suo membro, il quotidiano chiama il legno a bruciare al Fuoco dell’Essere.



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11 commenti su “L’adulto della Via, il monaco”

  1. “Il monaco non è colui che sceglie, ma è colui che viene scelto”.
    Forse perché nel cammino da ego ad amore non c’è spazio per l’affermazione della propria volontà, ma piuttosto ci si svuota delle proprie velleità per lasciare spazio al CCE’.
    Allora si impone la spinta che sorge dal Sentire e, se si è affinata una certa sensibilità, si asseconda l’onda.
    Quindi chi sceglie?
    Se poi tutta l’acqua va al mare, lo è per una legge naturale, non perché il mare scelga questo o quel percorso d’acqua.
    Così accade, forse, per ogni essere che prima o poi giungerà all’Unità.
    La differenza allora è nella consapevolezza e la conseguente dedizione alla Via.

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  2. Monaco: colui/colei che realizza l’unità interiore attraverso l’esperienza della vita feriale, sia quando il pane è duro sia quando si fa appetitoso, nella speranza di svelare la natura autentica del proprio tracciato esistenziale.

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  3. Anch’io non vedo e né cerco altra strada
    Sono dove il compito esistenziale mi accompagna, ogni giorno tento d’imparare per migliorare.

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  4. Mi faccio la domanda di anna. Sono una adulta della Via? Vedo i miei limiti nel procedere, ma la Via è ormai Indicata da tempo e il seguirla insieme sarà più agevole. Con fiducia affidando i all Imponderabile e alla chiarezza di sentire e di visione del buon amico.

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  5. Chiaro cio’ che viene espresso.
    L’automatico esame di coscienza solleva la domanda: posso definirmi adulto della Via?

    Non semplice rispondere…in non tutti gli aspetti ci si riconosce

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  6. Quando si diventa adulti nello spirito o ci si approssima ad esserlo sorge disorientamento, paura, incertezza.
    Non si sa bene quello che ci attende ma si ha la sensazione che sia qualcosa di radicale, di completamente altro.
    In particolare, occorre abbondare la visione ristretta e sterile dell’io e scoprire il noi.
    La via non è del monaco, ma dell’organismo nel quale procede.
    Il monaco in sé non è niente.
    Grazie.

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