Gran parte delle nostre risorse e della nostra consapevolezza vengono assorbite dal pensare.
Nel corso delle nostre giornate siamo costantemente orientati al pensare e quando non è su questo che ci focalizziamo, allora siamo alla ricerca di sensazioni, di emozioni e di affetti.
Finché l’evoluzione del nostro sentire non lo permette, poco si può fare per correggere e superare questa disposizione così manchevole, così unilaterale, precaria, effimera, illusoria.
Nutriamo le nostre vite di niente, finché non ne siamo saturi, finché il sentire non sarà pronto ad estrarre dall’indifferenziato altre scene di altro senso.
Così è.
Il vasto mondo della presenza, della consapevolezza e della compassione, rimane occultato dietro al muro dei nostri bisogni: muro mille volte effimero, ma lo scopriremo sempre troppo tardi, sempre domani, quasi mai mentre viene eretto.
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I bisogni sono in continua diminuzione, anzi verrebbe da dire che quasi non ci sono se non fosse che ti accorgi della loro presenza quando con fatica raggiungi un gradino più alto di comprensione e da li vedi come sottili condizionamenti dettavano legge.
“…… lo scopriremo sempre troppo tardi”. Pur comprendendo la necessita’ di fare da pungolo ad un gregge pigro e maldestro, c;e’ un prendere atto che il passaggio dall’illusione del divenire, alla realta’ dell’Essere, non e’ accessibile a tutti allo stesso modo e nello stesso tempo. Ma mi chiedo, se il tempo e’ un’illusione e se l’Uno comprende il tutto, anche il non compreso, anche l’illusione del divenire, allora tutto questo non e’ inutile, non e’ perdere tempo. Non lo dico per adagiarmi, ma per dare un senso a quello che ora colgo della mia e altrui vita e dei limiti che la caratterizzano.
“finché il sentire non sarà pronto ad estrarre dall’indifferenziato altre scene di altro senso.”
Così è. Amen