Il piano astrale e il corpo astrale, o corpo delle emozioni

Se osservare e comprendere la sfera mentale dell’individuo è apparentemente e illusoriamente facile, ben altro discorso è non solo il comprendere ma addirittura l’osservare la sua sfera emotiva.
Sappiamo tutti che così come il pensiero è un attributo del corpo mentale, al punto da essere arrivati ad affermare che non è il cervello che pensa bensì il corpo mentale e che il cervello ha la funzione di permettere il manifestarsi sul piano fisico e all’interno dell’Io cosciente dell’individuo di ciò che il corpo mentale – il vero “pensatore” – ha elaborato, altrettanto si può dire delle emozioni: quelle che nella vita di tutti i giorni vengono comunemente interpretate come emozioni in realtà non sono veramente le emozioni, bensì la manifestazione di quelle che sono le vere emozioni (attributi caratteristici del corpo astrale allo stesso modo in cui il pensiero è un attributo del corpo mentale o la vista un attributo del corpo fisico).
Non a caso ho parlato di “interpretazione”.
Come abbiamo visto in passato l’Io ingloba in sé gli “effetti” delle manifestazioni naturali dei corpi inferiori; da ognuno di essi scaturisce, attraverso un piccolo ciclo: la vibrazione relativa ad un determinato attributo di uno dei corpi inferiori, ed essa si propaga attraverso gli altri corpi inferiori fino ad arrivare a manifestarsi sul piano fisico.
Questo suo propagarsi non è semplice, lineare e privo di effetti ma porta questa vibrazione a risuonare ed associarsi con le vibrazioni dei corpi che attraversa, diventando via via più complessa, modificandosi e arricchendosi di elementi esterni, al punto che la manifestazione di quella particolare vibrazione sul piano fisico può arrivare ad essere ben diversa da come sarebbe stata se si fosse manifestata immediatamente sul piano fisico senza attraversare gli altri corpi, cosa, per altro, impossibile.
Questo meccanismo fa parte dell’Io e struttura quelle che sono le sue reazioni all’esperienza che si trova ad affrontare, con la funzione evidente di portare all’attenzione dell’osservatore (il corpo della coscienza) non solo quella particolare vibrazione, ma anche gli altri elementi ad essa correlata, fornendogli un quadro più completo di tutto ciò che, nell’individuo, fa capo alla vibrazione in questione.
Non dobbiamo dimenticare, infatti, che l’esistenza dell’Io – e l’insieme dei cicli che lo attraversano – non è fine a se stesso né resta delimitato all’interno dei corpi inferiori ma esiste allo scopo di portare al corpo della coscienza la gran massa di dati legati alle reazioni dell’Io nella sua totalità, affinché venga alimentato il grande ciclo principale dell’individuo, quello che porta dall’esperienza alla comprensione della coscienza la quale rimette in circolo la nuova comprensione con il risultato di modificare l’Io e le sue reazioni all’esperienza finché, ottenuta la comprensione, il processo incarnativo non avrà più ragione di essere e l’individuo abbandonerà il ciclo delle rinascite.
Ritornando a quanto dicevamo, in parole povere e semplificando al massimo con un esempio riduttivo, una vibrazione di commozione emessa dal corpo astrale si riveste dei collegamenti mentali con altre esperienze simili che ne richiamano le caratteristiche ed è soggetta a manifestarsi sul piano fisico attraverso le possibilità espressive del corpo fisico. Viene così ad essere alterata dall’insieme delle vibrazioni che costituiscono l’Io.
Se poi si considera il fatto che l’Io è sottoposto, come sapete, all’influenza degli archetipi transitori, è facile capire che, tanto per fare un esempio, in una società in cui il maschio ideale deve dimostrarsi forte e coraggioso la commozione di partenza tenderà a non manifestarsi come commozione ma, magari, come estrema razionalità o addirittura indifferenza, anche se all’interno dell’individuo la commozione agirà comunque.
Ancora una volta questo porta a considerare il fatto che in queste condizioni così personali ed interiori risulta ben difficile poter veramente emettere un giudizio sulla semplice scorta della manifestazione sul piano fisico dell’Io di un’altra persona.
Questo aspetto non è fine a se stesso ma possiede una sua funzione ben precisa: quella di rendere l’Io instabile ed insicuro, in maniera tale che il suo tentativo di controllare ciò che, in realtà, non può controllare, lo induca a reagire in maniera da rendere manifesto con le sue reazioni all’osservatore (il corpo della coscienza) quello che ancora non ha capito o ha capito solo in maniera approssimativa.
Ma, ritornando alle emozioni, possiamo dire che vi sono due momenti individuabili nel loro manifestarsi sul piano fisico.
Il primo fa capo alla parte ascendente del piccolo ciclo di cui parlavamo all’inizio, cioè quello che fa transitare la vibrazione dall’esperienza al corpo astrale.
Mi spiego meglio: l’esistenza vi pone davanti ad una situazione che vi presenta degli stimoli ai quali il vostro Io reagisce, percependo gli stimoli col corpo fisico; questi stimoli, adeguatamente codificati arrivano al corpo astrale che li percepisce a sua volta secondo le percezioni dei suoi sensi, conferendo ad essi la connotazione emotiva correlata alla sua capacità espressiva.

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