Abbiamo detto che restare consapevolmente nell’azione, senza inseguire pensieri ed emozioni, significa lasciare che le azioni, che si compiono nel farsi del dono, si esprimano senza l’aggravio di pensieri che appesantiscono e ingabbiano l’azione coi paragoni, con le pretese e con i protagonismi, ma che, soprattutto, vi spingono fuori dal momento presente, portandovi nei pascoli della vostra mente.
Via della conoscenza
Rompere l’attaccamento che l’uomo porta al proprio io [vdc6]
Le basi della Via della conoscenza. L’uomo cerca, cerca, cerca e si ferma a un certo punto: si ferma nel momento in cui la sua sofferenza viene in qualche maniera lenita, cioè si ferma nel punto nel quale egli trova che quel meccanismo, che aveva creato la forza della propria sofferenza, viene in qualche modo allentato.
Mentre si svolge il dono, voi siete nei pensieri [79A]
Quindi è nel programmarlo che vi appropriate del dono e, nel mentre l’azione si svolge, sottolineate il vostro ‘io’ come agente e comparate quello che per voi è il ‘risultato’ con il progetto che avevate in testa.
La necessità della conoscenza di sé [vdc5]
Le basi della Via della conoscenza. Partecipante: In tutto questo discorso per me rimane in sospeso il concetto di sofferenza perché non basta dire: lascia che il pensiero vada e che le emozioni vadano, mentre poi uno si trova lì che sta male e il male non si riesce a superare. E allora come lo si affronta?