La rivoluzione dell’ordinario

Torno ancora sul come  e non sul quanto o sul cosa per approfondire gli argomenti trattati nel post I piccoli fatti e il nostro modo di viverli.
Quali sono le componenti del come stiamo nei fatti?
1- La consapevolezza;
2- l’adesione senza identificazione;
3- l’accoglienza senza condizione.
Considero la consapevolezza come lo sguardo dell’insieme dei corpi sul reale: ciò di cui siamo consapevoli si specchia/riflette/impressiona in ciascuno dei nostri corpi e le immagini, i pensieri, gli stati scorrono nello specchio dei corpi così come negli specchi delle nostre camere scorre l’immagine nostra mentre proviamo un vestito.

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I piccoli fatti e il nostro modo di viverli

Dice un amico proponendo un argomento per l’intensivo di giugno: Sarà la vita frenetica, i ritmi assurdi del lavoro, lo stato usurato di alcuni corpi ma spesso quello che cerco è di riposare, recuperare energie, alleggerire. Tutti atteggiamenti che contrastano con quelli virtuosi di un buon ricercatore della via.
In fondo però vorrei poter dire: e chi se ne frega?
1- La fatica e la necessità di riposare e di disconnettere: sapere quando fermarsi.
È fondamentale: siete immersi in impegni e condizionati dagli orari e dallo stress che si accumula, se non sapete quando fermarvi vi immolate al fare e se al fare coatto aggiungete anche quello della via interiore, divenite un grumo di doveri.

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Accompagnare i figli nella conoscenza di sé

Commentando il post Rimanere, senza fine, in ascolto del sentire, Paolo chiede come possiamo aiutare i nostri figli nella conoscenza di sé.
Direi che possiamo senz’altro aiutarli attraverso:
– la testimonianza del nostro cammino esistenziale;
– i codici/simboli del nostro linguaggio;
– l’offerta del nostro paradigma.
Vivendo testimoniamo il compreso e il non compreso: i figli sono immersi nell’ambiente vibratorio che sta tra i due estremi della comprensione, essi respirano il compreso come i nostri conflitti, ciò che possiamo offrire loro è la nostra consapevolezza sui nostri processi, sul nostro procedere ed, ovviamente, anche sul loro.

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L’unificazione interiore, il superamento del confine con l’altro, l’essere in Dio

Al lettore. Chi scrive ha acquisito nella sua comprensione dei punti fermi relativi alla condizione unitaria d’essere e d’esistere: non si tratta più di scoprire, vivere e comunicare una condizione interiore, quello è accaduto da tempo ed è oramai subentrata la stagione della routine che ha lasciato alle spalle i fenomeni, le esperienze forti, gli stati contemplativi acuti.
Oggi si tratta di entrare nel dettaglio, nelle pieghe di un sentire diffuso, di una relazione unitaria feriale che non ripropone se stessa ma, nell’apparente similitudine degli stati, delle espereinze e dei concetti, scava in una direzione o in un’altra e, attraverso il dettaglio, la sfumatura, il piccolo particolare, crea un focalizzazione sempre nuova dell’esperienza interiore.

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