Oltre l’illusione è la libertà? [sentiero68]

Oltre l’illusione è la libertà? No, dentro l’illusione del divenire, dell’esserci, dell’esistere, della “materia”, del tempo, del dolore: è questa una prospettiva veramente altra.

Nel presente “vestito” dal passato, nell’adesso che si configura attraverso le lenti colorate di ciò che è stato, noi abbiamo la possibilità di cogliere e vivere quell’accadere senza condizionamento, senza colore. Come?

Vedendo ciò che la mente vi introduce e disconettendolo, depurandolo della sua aggiunta/interpretazione.

Non combattendo contro la fisiologia della mente, non contro di sé e quel che sorge in sé, ma sapendo che, essendo quella la natura della mente, ciò che essa introduce è a volte essenziale, altre no: se debbo costruire un ponte, la mente di un ingegnere mi è essenziale; se debbo comprendere l’adesso che vivo non mi servono né la mente dell’ingegnere, né la mia.

Se fai il muratore usi la carriola e la cazzuola nelle otto ore di lavoro, non sali sull’autobus per andare a casa con la carriola! Se ti muovi nel tempo e nello spazio per procurarti il cibo, per leggere un libro, per fare una carezza, per menare un ceffone, ti serve la mente: se vuoi comprendere la natura di ciascuno di questi gesti non ti serve né la memoria, né l’armamentario della mente, hai bisogno di lasciarla lì e di usare altri strumenti.

Qual è il nostro problema? È che non comprendiamo di avere altri strumenti validi, oltre alla mente, per comprendere la realtà: non osiamo abilitarci a indagare e sperimentare altro che sia più impalpabile, ma non meno reale del nostro raziocinio, per indagare e conoscere la realtà.

Naturalmente c’è una ragione per cui non indaghiamo: la visione razionale è visione di controllo, ciò che accade ci sembra, in un qualche modo, in nostro potere: l’accadere è estensione di noi, danza della nostra identità.

Fuori dal raziocinio e dal controllo tutto diviene evanescente e noi sembriamo perdere i confini: questo, fino a un certo punto del nostro cammino di comprensione, è da noi ritenuto non accettabile. Stiamo al di qua della ricerca, appoggiamo dove il terreno è solido, o così ci pare: così è, e così è giusto che sia. Ad altra comprensione, quando maturerà, corrisponderà altra indagine e altro osare.

Nel passato/presente si sostanzia la definizione di noi: in ciò che vivo confluisce tutto ciò che sono stato; la linea, il filo che unisce il passato al presente costituisce le fondamenta del mio esserci come persona: sono la mia storia.

Questo testo è parte dei capitoli 3 e 4 del libro L’Essenziale; mentre li pubblichiamo ne verifichiamo anche il contenuto a 10 anni dalla loro estensione. A revisione completata, renderemo disponibile l’intero volume: qui i capitoli 1 e 2 già revisionati.

Print Friendly, PDF & Email

1 commento su “Oltre l’illusione è la libertà? [sentiero68]”

  1. In parte potrebbe essere anche un fattore culturale. Cresciamo in una cultura che privilegia la lettura razionale. In altre realtà, penso all’India ad esempio, la vibrazione del modello culturale è diversa.

    Rispondi

Lascia un commento