Posso sbagliare nelle scelte?

Scrivo queste righe pensando a quei genitori che spesso sono in ansia per i loro figli e per le difficoltà che questi incontrano. Spesso il genitore deve scegliere anche per i figli, quando questi sono persi nella loro indefinitezza e incapacità di orientarsi e prendere decisioni: allora il genitore è tenuto ad intervenire ma questo gli provoca non pochi conflitti e sofferenza interiori e il dubbio, veramente duro da reggere, di stare conducendo il figlio verso la strada sbagliata.

Se osservo una quercia mi rendo conto delle caratteristiche peculiari che la rendono quercia e non noce o frassino. Tutte le querce hanno un certo numero di caratteristiche in comune, sebbene la loro forma possa cambiare in relazione ai condizionamenti, di varia natura, derivanti dall’ambiente.
Comunque, la quercia è quercia e nel suo svilupparsi ha solo alcune possibilità di scelta secondarie: nella sostanza, per lei vivere è manifestare la propria natura di quercia e sperimentare le possibili, limitate, estensioni creative di quella natura.
E’ diverso per noi esseri umani? Ciascuno esprime la propria natura e le possibilità creative che da questa possono germogliare: dato un certo programma incarnativo, ne consegue una certa natura e certe variabili creative.
Un’altro programma, un’altra natura, altre possibilità. E il libero arbitrio?
Non nella scelta del proprio programma incarnativo; non nella scelta della propria natura, ma nelle possibilità creative di realizzare lo scopo della propria vita: nella scelta delle varianti, delle varie possibilità, tutte inserite all’interno di un percorso già dato, di un disegno (se debbo andare da Bologna a Milano, posso andare diretto, passare per Venezia, oppure per Firenze, o per Reggio Calabria, ma a Milano comunque andrò).
Abbiamo la possibilità di non realizzare lo scopo della nostra vita? Non credo. Per quel che comprendo, nel pacchetto ci sono il programma, la natura della sua manifestazione e il conseguimento del fine, oltre che le limitate possibilità di scelta relative alle varie strade percorribili per raggiungere lo scopo dato.
Nel pacchetto ci sono delle opzioni di scelta dunque, ma la scelta è sempre all’interno delle possibilità date, non c’è scelta su opzioni non previste dal disegno di quella persona.
In quest’ottica cosa significa sbagliare le scelte nostre o per qualcuno, di qualcuno, che ci vive a fianco?
La quercia ha le possibilità creative insite nella propria natura di quercia, non ha le possibilità creative del pioppo.
Da un altro punto di vista, quando nasce l’essere quercia (l’archetipo) nascono insieme ad esso tutte le possibilità creative possibili per quell’essere, che si dispiegheranno nel tempo, nei milioni di esemplari che, nello scorrere tempo, abiteranno il pianeta come querce.
Quando dal Tutto nasce una individualità questa porta in sé già tutte le possibilità, tutte le scelte, le varianti, le opzioni che affronterà e manifesterà chiamandosi Chiara, Luca, Esmeralda, Marco. L’atto creativo vero, il libero arbitrio non è della personalità (Chiara, Luca ecc.) ma della individualità senza nome che, nel momento in cui inizia il proprio cammino nella manifestazione, crea, letteralmente crea, dispiega, le innumerevoli possibilità espressive della propria natura (che ha caratteristiche diverse da altre individualità che ugualmente iniziano il loro cammino) che poi manifesterà nel tempo attraverso le varie personalità di cui si vestirà e che le saranno veicolo espressivo.
Possibilità creative della propria natura, non possibilità creative in assoluto, ma sempre relative alla natura data (la quercia non esplica la creatività del pioppo).
Infinite manifestazioni di una natura particolare e irripetibile sono il gesto creativo dell’Assoluto che accade.
Chiara non ha altra possibilità che essere Chiara e tutte le scelte che opererà, o che le verrà suggerito di operare, condurranno alla manifestazione del suo percorso-progetto d’esistenza.
Può sbagliare Chiara? Possono sbagliare i suoi genitori? Dubito. Chiara va incontro, ineluttabilmente, al compiersi della sua esistenza così come è nel suo disegno: la margherita sboccia come margherita, non come ciclamino e non può sbocciare altro che come margherita.
Ciò che Chiara e i suoi genitori possono fare è decifrare il disegno e piegarsi ad esso. Il disegno ha sempre elementi che ne permettono la lettura e comunque la decisione, qualunque essa sia, può essere presa senza drammatizzare, sapendo che la vita comunque condurrà Chiara dove la vuole condurre: l’esistenza di Chiara l’ha già creata, nell’eterno presente, e ora la sta srotolando nel tempo..

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2 commenti su “Posso sbagliare nelle scelte?”

  1. Grazie Roberto, vorrei solo non ostacolare questo miracolo della crescita, vorrei poter decifrare e favorire il dispiegarsi di questo progetto. So che invece devo stare tranquilla,nella fiducia. Non è facile a volte, è un muoversi molto raffinato, richiede molto spazio, un grande ascolto..

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  2. Sono cresciuto nella convinzione che ciascuno di noi abbia un progetto inscritto e che le strade per arrivare a compierlo siano le sole variabili legate al libero arbitrio.Il compito di un genitore dovrebbe essere quello di usare la propria sensibilità per “vibrare” secondo il sentire dei propri figli, dovrebbe in sostanza arrivando essi a nodi cruciali della propria esistenza, agli “scambi ferroviari” per fare l’esempio del viaggio, suggerire che a Milano si possa giungere più agevolmente prendendo la strada a nord piuttosto che allungarla attraverso un lungo e più difficoltoso percorso che passi per Reggio Calabria. E se il sentire del genitore è limpido e pulito da interessi egoici questo può essere un aiuto importante. Anche se il cammino del genitore non potrà né dovrà essere mai condizionante quello del figlio, come è vero che le querce sembrano tutte uguali e invece crescono, si piegano e giungono alla loro maturità con aspetti e anche funzioni diverse a seconda del luogo in cui hanno attecchito. La grande difficoltà è capire se la scelta di passare per Reggio Calabria o meno da parte di un figlio sia l’esercizio del libero arbitrio (unica variabile condizionabile se ne ammettiamo l’esistenza) oppure non sia parte del progetto inscritto in loro, per cui solo passando attraverso i profumi, gli odori o la desolazione di certi paesaggi sia possibile poi portare a compimento il proprio progetto a Milano…

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